Il consigliere regionale pugliese fa chiarezza sulle notizie diffuse negli scorsi giorni riguardo la gestione delle Rsa
Pierluigi Lopalco interviene sulle polemiche nate negli scorsi giorni sulle Residenze Sanitarie Assistenziali, ricordando ciò che è successo: “Per diversi giorni la stampa locale ha diffuso dichiarazioni allarmanti su presunte irregolarità, addirittura illegalità, rilevate nelle strutture di assistenza per anziani o persone con disabilità. L’ignaro lettore, me compreso, ha visto il dito puntato nei confronti dei conduttori di tali strutture e, ahimé, dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL che non avrebbero svolto gli adeguati controlli”.
Il consigliere entra poi più nel dettaglio, facendo emergere un quadro che avrebbe potuto apparire ancora più preoccupante: “Il fatto più grave è che a puntare il dito sembrava fosse il NIRS, Nucleo Ispettivo Regionale Sanitario, istituzione regionale con funzioni, appunto, di ispezione sulle strutture sanitarie. Un ente pubblico regionale che punta il dito contro un’istituzione, in questo caso i Dipartimenti di Prevenzione delle Asl pugliesi, è un fatto grave. E ancor più grave è farlo dopo che a a queste strutture è stato chiesto, nel periodo più difficile della pandemia, di essere in prima linea nella lotta al Covid”.
Notizie che, fortunatamente, sono state ridimensionate, grazie soprattutto, spiega Lopalco, al Presidente Tutolo. che ha ascoltato i Direttori del Dipartimento di prevenzione delle Asl di Brindisi e Taranto al fine di fare chiarezza e appurare la veridicità delle notizie apparse sugli organi di stampa.
“Quanto emerso oggi in Commissione -continua il consigliere regionale del Pd- lascia senza parole. Le notizie di irregolarità non derivano dall’attività di ispezione del NIRS, ma sono desunte da una relazione degli uffici del Dipartimento Salute della Regione inviata al NIRS. Non solo, ma la relazione degli uffici regionali inviata al NIRS, che parla di appena 11 strutture verificate su 39, pari al 28% delle RSA, riportava dati relativi al settembre 2022, quando le attività di verifica dei Dipartimenti di Prevenzione erano appena iniziate. Oggi abbiamo appreso che attualmente, su 39 richieste, si è proceduto a 35 controlli, 20 dei quali hanno avuto esito positivo mentre per 15 l’esito, per quel che concerne l’organizzazione, è stato negativo. In soldoni, la più frequente irregolarità riscontrata consiste nel mancato rispetto del numero di infermieri previsto dallo standard regionale. Standard che da lungo tempo è messo in discussione dai gestori delle strutture che hanno una enorme difficoltà a reperire il personale qualificato per la cronica scarsità di laureati nelle professioni sanitarie”.
“Altro che illegalità -conclude Lopalco-. Al dott. Conversano e al dott. Termite va il mio personale ringraziamento per la disponibilità e la completezza delle informazioni fornite. A chi, invece, alimenta inutili e dannosi conflitti tra istituzioni chiedo di non perseverare nel gioco dello scaricabarile, perché così facendo non si affrontano i problemi, né si recuperano i ritardi, ma si esaspera ancora di più il livello di stress del sistema e di insoddisfazione degli operatori del settore. Le istituzioni regionali hanno funzioni di coordinamento delle strutture sanitarie. Devono facilitare il lavoro delle nostre ASL, non ostacolarlo”.