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Un dono per la vita

Dall’inizio dell’anno sono stati cinque i prelievi di organi effettuati presso ospedali della provincia di Lecce, di cui quattro solo al “Vito Fazzi” (l’ultimo tra venerdì e sabato scorso), segno questo di una sempre maggiore sensibilità nei confronti di una scelta che può permettere ad altre persone di sopravvivere e condurre una vita normale. Merito di associazioni come Aido e delle loro campagne di informazione, ma anche della possibilità di esprimere il proprio consenso alla donazione degli organi presso molti Comuni 

 

Un incidente mortale. Una vita che si spegne all’improvviso. Un’altra che si accende ed un’altra ancora che torna a sperare da qualche parte in giro per l’Italia. In Salento è accaduto l’ultima volta tra venerdì 18 e sabato 19 marzo, quando ad una donna di 51 anni, vittima di un sinistro stradale e ricoverata al “Vito Fazzi” di Lecce, sono stati prelevati reni e fegato. Grazie al consenso generoso dei familiari, dopo che i dottori hanno costatato la morte cerebrale della paziente, il personale medico ed infermieristico del reparto di Rianimazione e quello dei gruppi operatori del Presidio Ospedaliero leccese sono stati al lavoro per tutta la notte per poter procedere al prelievo degli organi. Il fegato della donna è stato trapiantato a Bari, così come uno dei due reni, l’altro invece è stato trasportato sino a Padova. 

E questo è solo l’ultimo caso di un trend che è in forte crescita anche sul territorio salentino, sia per una maggiore sensibilità personale verso il tema, sia per le numerose campagne di informazione e sensibilizzazione sull’importanza della donazione degli organi operate da associazioni come l’Aido, sia per l’iniziativa presa da diversi Comuni in tutta Italia nel permettere, in sede di rinnovo della carta di identità, di decidere se consentire o meno il prelievo dei propri organi in caso di evento nefasto. 

In Provincia di Lecce, oltre che nel capoluogo, è possibile esprimere il proprio consenso alla donazione nei Comuni di Arnesano, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Melissano, Minervino di Lecce, Monteroni, Salve, Scorrano, Specchia, Surbo, Taurisano e Uggiano La Chiesa. 

Il risultato è stato una impennata importante, una tendenza per certi versi epocale perché segna una presa di consapevolezza e di coscienza rispetto ad un fenomeno di solidarietà di assoluta, vitale importanza. Nell’Asl di Lecce sono già cinque i casi dall’inizio dell’anno e se questa statistica dovesse essere confermata nei prossimi mesi, la nostra provincia si attesterebbe in linea con quelle che sono le medie nazionali. Nel nostro Paese la Puglia è fanalino di coda come una delle Regioni che dona di meno, pur ricevendo di più. Negli ultimi tempi qualche segnale incoraggiante, tuttavia, c’è stato come testimoniano le oltre 90mila dichiarazioni di volontà alla donazione registrate nel Servizio Informativo Trapianti e rilasciate dai cittadini attraverso i canali Aido, Asl e Comuni. 

 

Informazione e sensibilizzazione: ecco come arriva il consenso 

 

I dati che arrivano dalla Asl di Lecce e relativi ai primi tre mesi del 2017 lasciano ben sperare. Ma cosa sta cambiando e perché? Quel che è sicuro è che, al giorno d’oggi, c’è una maggiore consapevolezza e una maggiore sensibilità delle nuove generazioni verso la questione della donazione degli organi. Merito delle diverse campagne di informazione e di sensibilizzazione da parte di associazioni come l’Associazione Italiana Donatori Organi, ma ad essere ancora più determinante è l’interiorizzazione della tematica, una riflessione profonda che porta sempre più persone ad acconsentire al prelievo.

“I cittadini sono sicuramente più informati rispetto al passato -sottolinea il dottor Pino Neglia, vicepresidente regionale dell’Aido-. Ma a fare la differenza è la componente interiore, si è sviluppata una maggiore sensibilità”. Ad oggi le possibilità di esprimere la propria volontà sull’eventualità di donare i propri organi può avvenire in tre modi: iscrivendosi all’Aido, che attualmente supera il milione e 350mila associati, rivolgendosi al CUP dell’Asl dove le iscrizioni sono inferiori alle 100mila unità, oppure se il proprio Comune lo consente, nel momento del rinnovo della carta di identità, dichiararsi favorevole alla donazione. 

E i risultati cominciano a farsi vedere. Lo testimoniano le cinque donazioni su otto osservazioni avvenute nell’Asl di Lecce tra gennaio e marzo. “Un risultato straordinario”, confida il dottor Neglia, che sarebbe potuto diventare ulteriormente più rilevante se si pensa a quello che poteva essere e non è stato. Il riferimento è al Centro Trapianti renali di Lecce, aperto nel 1989, ed unico centro in tutto la Puglia a realizzare questo particolare tipo di interventi finché le decisioni politiche non hanno deciso di convogliare tutti i pazienti a Bari. Come un apporto più significativo lo potrebbe dare l’aumento dei posti letto nei reparti di Rianimazione dei vari nosocomi della provincia di Lecce, a cui attingono anche i cittadini del basso brindisino e tarantino. 

Per quel che riguarda, invece, i tempi di attesa cambiano chiaramente a seconda dell’organo interessato. Al netto della compatibilità tra paziente e potenziale beneficiario, per organi vitali come cuore e fegato i tempi sono ristretti. Molte più possibilità, invece, ci sono per i pazienti che aspettano un trapianto di rene o di polmone perché, ad esempio, un malato in dialisi può resistere anche per anni.

 

Alessio Quarta