Uno dei pochi vantaggi delle nevicate è che la Sputacchina, insetto vettore del batterio causa del disseccamento degli ulivi, può morire a causa delle basse temperature
La neve di questi giorni potrebbe portare qualche beneficio sul fronte Xylella, non tanto nella battaglia per sconfiggere il virus, quanto in quella per arginare la Sputacchina, l’insetto vettore che diffonderebbe il contagio del disseccamento rapido tra gli alberi di ulivo. A sostenerlo è l’entomologo Pio Federico Roversi, ricercatore del Centro ricerca di Difesa del Crea (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura) che all’Ansa ha dichiarato: “Il batterio della Xylella fastidiosa non teme la neve, né l’inverno rigido perché vive tranquillo nei vasi dove circola la linfa delle piante, di fatto protetto dalle intemperie. Ma l’abbassamento repentino delle temperature e la neve possono uccidere i vettori, quelli insetti che propagano la fitopatologia che tanti danni ha creato all’olivicoltura del Salento”.
Inutile perciò diffondere infondate grida di vittoria, ma qualche sospiro di sollievo è concesso almeno per quel che concerne un rallentamento dell’incedere della malattia. Si suppone, infatti, che il batterio della Xylella, proveniente dal Sud America e perciò abituato a vivere in contesti climatici con temperature alte, muoia allorquando la colonnina di mercurio scende ai livelli dello zero. Questo non vale quando il batterio ha già intaccato la pianta e scorre nel suo sistema linfatico; il ruolo del gelo subentra nel passaggio da pianta malata al vettore. I germogli di piante malate potrebbero soccombere a queste temperature gelide, quindi con l’arrivo dell’estate, quando le sputacchine cercano cibo succhiando dagli alberi, i rischi di contaminazione, di passaggio del batterio potrebbero sensibilmente calare.
Deriva da qui la sensazione che l’ondata di gelo e neve che si è abbattuta in questi giorni sul territorio salentino con quantità e continuità senza precedenti hanno, secondo Roversi, falcidiato la presenza nei campi della Sputacchina, un insetto che non va in letargo, vive all’aperto e che quindi potrebbe essere ucciso dalle temperature ghiacciate a cui stiamo assistendo. “Soprattutto non sono abituati ad andare incontro a inverni rigidi -precisa il ricercatore-. Negli anni si sono acclimatati al Sud e proprio per questo potrebbero essere decimati dal gelo e dal crollo delle temperature. E tanto più questa popolazione andrà incontro a mortalità, tanto più in primavera potremmo circoscrivere l’area contaminata dalla Xylella fastidiosa”.
Un beneficio, quest’ultimo, che non riguarda soltanto l’ulivo, ma potrebbe estendersi anche alla viticoltura, che nel corso degli ultimi anni è stata intaccata da un insetto similare alla Sputacchina e che va sotto il nome di Scafoideo. “Si tratta di una cicalina dorata che trasmette malattie alla vite. Anche questi esemplari -conclude Roversi- non vanno in letargo e non fermano il metabolismo per mesi”.
Alessio Quarta