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Un salentino in Campidoglio? Sel e Pd ci credono

Massimo Bray, già ministro per i Beni Culturali, non smentisce e dichiara: “Vorrei che si lavorasse ad un progetto che metta la cultura al centro della rinascita di Roma” 

 

L’ipotesi sembra prendere piede a Roma in vista delle elezioni amministrative che si terranno nei prossimi mesi. Attorno al leccese Massimo Bray (nella foto) si sta infatti ritrovando una vasta area di cittadini che intendono portare avanti la sua candidatura a sindaco nelle fila del centrosinistra. 

Bray, già Ministro per i Beni e le Attività culturali con il Governo Letta nel 2013, ha lasciato un ottimo ricordo di sé, anche tra i suoi avversari. Adesso quindi, nel toto-nomi per la rinascita di Roma, spunta anche il suo. Ne è nato così un dialogo a distanza, tramite giornali e social network, tra lo stesso Bray e il centrosinistra capitolino. “Ignazio Marino non era in grado di fare il sindaco -ha dichiarato il commissario del Pd di Roma, Matteo Orfini– e ora lavoriamo per il futuro senza pensare al passato. Massimo Bray è un amico. Se vorrà farlo, è perfettamente in grado di fare il candidato”. Orfini è chiaro: per candidarsi a sindaco bisogna prima passare dalle primarie. 

Non tarda ad arrivare la replica del diretto interessato, che nel frattempo avrebbe incassato l’appoggio di Sel e pezzi del Pd. “Non ho mai fatto e mai farò scelte politiche per dividere -ha scritto Bray sulla sua pagina Facebook nei giorni scorsi-. Non appartengo a correnti e non farei mai una scelta contro qualcuno. Ho imparato che fare politica deve essere la capacità di ascoltare i cittadini, credere nei valori e battersi per la difesa dei beni comuni. Sono grato a chi mi stima e mi vuole bene e credo in una politica fondata sul rispetto e la lealtà. Il nostro Paese ha bisogno di essere apprezzato e non lacerato. In trent’anni -prosegue Bray- ho imparato ad amare questa città, la sua bellezza, la generosità delle donne e degli uomini che la abitano, che la difendono, la tutelano, che soffrono per chi non sa rispettare la sua storia e i suoi valori. Rimango ancora stupito e ammirato per la sua grande bellezza e vorrei che si lavorasse ad un progetto che metta al centro la cultura”. 

Scuole, università, luoghi di cultura, imprese, Stato e associazioni: per Bray dunque è da qui che deve ripartire la Capitale per recuperare il ruolo che le spetta nel mondo, “ridando dignità -conclude- alle moltissime donne e ai moltissimi uomini che si battono per la tutela del paesaggio e dei beni storico artistici. Una sfida italiana per uscire da una crisi con la capacità di avere visione, di immaginare come vorremmo che fossero le nostre città nei prossimi anni”. 

L’intenzione del 57enne leccese di correre per le comunali di Roma appare perciò confermata: ad oggi la sua sarebbe una coalizione anti-renziana sostenuta, come detto, anche da Sel, dalla minoranza Pd e dall’ex sindaco Marino. Non pochi ad oggi i suoi rivali interni in corsa per una candidatura a sindaco di Roma: il leccese dovrà infatti vedersela con Roberto Giachetti, Stefano Fassina e forse lo stesso Ignazio Marino

 

Stefano Manca