I consiglieri regionali del gruppo La Puglia con Emiliano hanno presentato un provvedimento che consentirà alle Asl il ritiro e il recupero di dispositivi quali sedie a rotelle, deambulatori e materassi da decubito
Spesso capita di conoscere pazienti affetti da gravi malattie che obbligano gli stessi a utilizzare ausili sanitari come sedie a rotelle, letti per infermi, materassi da decubito o deambulatori forniti gratuitamente dalla Asl. Nel momento in cui tali attrezzature finiscono di essere utilizzate, a seguito dell’eventuale decesso del paziente, spesso le famiglie non sanno come e se restituirle. La stessa problematica si verifica per le confezioni nuove di traverse e pannoloni che, quando non sono più utili, le famiglie a volte li affidano tacitamente ai medici di famiglia o alle associazioni di volontariato che per legge non dovrebbero prendersene carico. Tutto ciò oltre ad essere un problema per le famiglie rappresenta anche uno sperpero inutile di denaro pubblico. L’unico beneficio, in tutto ciò, è senz’altro da parte delle ditte costruttrici di tali attrezzature.
Di questa tematica Belpaese se ne è già occupato nella copertina del 6 settembre 2014. Oggi, però, ci sono delle novità: dalle file del gruppo La Puglia con Emiliano in Consiglio regionale è stata ideata una proposta di legge a tal proposito (integrazione articolo 32, “Norme in materia di protesi, ortesi e ausili tecnici”, della legge regionale n. 4 del 25 febbraio 2010 “Norme urgenti in materia di sanità e servizi sociali”). In particolare, i consiglieri regionali Giuseppe Turco, Alfonso Pisicchio e Paolo Pellegrino con tale proposta di legge intendono introdurre la possibilità per le Asl pugliesi di riutilizzare determinati ausili protesici, dopo aver provveduto alla loro manutenzione e sanificazione, disciplinando altresì la cessione in comodato d’uso degli stessi dispositivi.
Si tratta nello specifico di dispositivi che possono così rientrare nella disponibilità delle Asl, le quali, per ottenere economie di gestione, possono disporne il riutilizzo previo affidamento di apposito servizio di ritiro, consegna a domicilio, stoccaggio temporaneo, riparazione, manutenzione e sanificazione. “Con tale modifica alla legge -spiegano i consiglieri regionali- sarà possibile evitare l’attuale sperpero di dispositivi che, dati in concessione agli utenti, non vengono restituiti alle Asl o, nei casi peggiori, non vengono più riutilizzati”.
Fatto salvo il caso dei dispositivi personalizzati e quindi creati con determinate caratteristiche per il paziente, gli altri possono essere riutilizzati e rimessi in circolazione così come già previsto nel quadro normativo (articolo 4, comma 12, del D.M. n. 332/99). “In un momento in cui -sottolineano Turco, Pisicchio e Pellegrino- l’Italia sta vivendo una drammatica crisi economica diventano necessari i fattori di cambiamento sulla spesa sanitaria. E i tagli non devono necessariamente tradursi in una riduzione dei servizi ai cittadini. Anzi, la finalità di questa proposta di legge è appunto quella di contribuire a migliorare la qualità dei servizi anche in un contesto di riduzione della spesa”.
Ci si augura che questo sia l’inizio di politiche mirate al risparmio delle risorse pubbliche, soprattutto in materia di sanità, le quali potrebbero essere utilizzate per migliorare le condizioni dei pazienti pugliesi.
Un risparmio del 30% per il Servizio Sanitario Regionale
Le cifre spese attualmente per l’acquisto di ausili sanitari sono veramente imbarazzanti: 50 milioni di euro l’anno è in media la cifra spesa dal nostro Servizio sanitario per dispositivi peraltro non economici (una sedia a rotelle pieghevole costa circa 450 euro, un deambulatore 180 euro, un letto 232 euro, un materasso da decubito 230 euro e un sollevatore oleodinamico 500 euro). Certamente i lavori di riparazione, collaudo ed igienizzazione comporterebbero un risparmio notevole anziché acquistare nuovi ausili dalle ditte fornitrici, anche se bisognerebbe rivedere anche l’estenuante trafila burocratica per ottenere tali ausili.
Occorre ricordare che i dispositivi che possono essere forniti gratuitamente dalle Asl sono elencati nel Nomenclatore tariffario (in vigore dal 1999) e sono suddivisi in quattro tipologie: protesi (che sostituiscono parte mancanti del corpo), ortesi (migliorano la funzionalità di una parte del corpo come ad esempio le scarpe ortopediche), presìdi (ad esempio catetere per l’incontinenza) e ausili, ossia gli strumenti che permettono alla persona disabile di compiere un atto che non potrebbe fare in condizioni normali (ad esempio le sedie a rotelle). A differenza delle protesi, gli ausili sanitari potrebbero essere utilizzati allo stesso modo anche da più persone. Inoltre attraverso il recupero, la sanificazione, il ricondizionamento e il successivo riutilizzo degli stessi sarebbe possibile accontentare un maggior numero di utenti che ne fanno richiesta.
Gian Piero Personè