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Obiettivo Unesco: il Salento si mobilita

Entro il 30 gennaio 2017 sarà preparato un dossier per la candidatura del nostro territorio a Patrimonio mondiale dell’Umanità. E per iniziare è stato presentato nei giorni scorsi un calendario a tema con gli scatti di Marcello Moscara 

 

Un progetto ambizioso e una data cerchiata in rosso, il 30 gennaio 2017, entro la quale presentare il dossier con cui chiedere l’inserimento del Salento nel Patrimonio dell’Umanità Unesco. È questa l’idea sviluppatasi negli ultimi mesi e che coinvolge il Comune di Lecce, capofila del progetto, e le province di Brindisi e Taranto. Gli aspetti naturalistici, artistici, culturali, archeologici del territorio troveranno posto nel dossier che tra un anno verrà presentato all’Unesco, ma anche nel calendario “Salento Barocco…e non solo”, curato dal critico d’arte Toti Carpentieri e realizzato da Editrice Salentina. 

Presentato lo scorso 8 gennaio, alla presenza anche della rappresentante Unesco Tatiana Kirova, il calendario è costituito da una carrellata di fotografie realizzate da Marcello Moscara, che ritraggono le bellezze principali del Salento. Un nuovo e ambizioso percorso, ma lungo e difficile, come spiega anche Gabriele Margiotta, presidente del Club Unesco di Lecce: “L’iter non consente l’accesso immediato nel Patrimonio dell’Unesco, occorre infatti essere prima inseriti in una lista intermedia, definita di ‘tutela’, rispetto alla quale poi i soggetti richiedenti dovranno impegnarsi per consolidare il progetto e accedere successivamente nel Patrimonio Mondiale se l’Unesco ne rinvenga i presupposti”.

Per un obiettivo così ambizioso non si può non riflettere sulla sua fattibilità: “Sarei molto prudente -continua Margiotta-. L’ambizione ci deve essere e i presupposti per fare bene sul piano artistico e tecnico ci sono, ma servirà lavorare soprattutto sul miglioramento delle infrastrutture legate ai servizi, in particolare il turismo. Necessario sarà anche creare sistema di servizi intorno ai beni artistici e monumentali e lavorare sugli eventi e sulla comunicazione tecnica con la Commissione Nazionale dell’Unesco e l’Unesco di Parigi, che decide sull’annessione. È però importante aver capito la necessità di presentare la candidatura come un sistema territoriale, perché questo fornisce più forza e vigore all’impianto progettuale”. Margiotta spiega poi che il Club Unesco di Lecce non è stato contattato dalle istituzioni locali, “ma siamo a disposizione con il nostro pool di esperti per offrire supporto sul piano tecnico e istituzionale in virtù dei rapporti che abbiamo con la Commissione Nazionale e la sede parigina dell’Unesco”.

L’idea del binomio Unesco-Salento venne già lanciata nel settembre 2014 dal Movimento Valori e Rinnovamento presieduto dal professor Wojtek Pankiewicz: “Col nostro progetto Salento Ideale promuoviamo l’economia della bellezza e sosteniamo con forza e costanza questa proposta. Le nostre  risorse artistiche e naturali sono enormi e Lecce e il Salento  hanno le carte in regola per essere inclusi come sito nella lista del Patrimonio mondiale, culturale e naturale dell’Unesco”.

 

Alessandro Delli Noci: “Diventare patrimonio dell’Unesco? Noi ci crediamo”

 

Un obiettivo che può essere raggiunto, perché il territorio possiede tutti requisiti. Su questo non ha dubbi l’assessore all’Innovazione del Comune di Lecce Alessandro Delli Noci, nominato coordinatore del gruppo di lavoro costituito per raggiungere questo importante traguardo. 

Delli Noci, il progetto è ambizioso. Ma è realizzabile? 

La candidatura a patrimonio dell’Umanità non è un capriccio, ma un progetto reale e assolutamente possibile. Il Salento ha le carte in regola per ottenere questo ambito riconoscimento per le sue straordinarie bellezze, materiali ed immateriali. Col solo Barocco leccese la candidatura risultava debole, ma grazie anche ai consigli di illustri esperti, la virata sul Salento come unicum di bellezza e originalità rende il progetto più concreto e coerente. Sì Barocco, quindi, ma anche tradizioni, dialetti, riti religiosi, musica, coste e ulivi: saranno loro i protagonisti del progetto. 

Dopo il calendario quali saranno le prossime iniziative?

Al momento prevediamo solo un grande lavoro per la stesura del progetto, coinvolgendo tutti gli attori presenti sul territorio: istituzioni, imprese, associazioni, cittadini. Serve il supporto di tutti per proporre un progetto che sia lo specchio reale e credibile della nostra terra. 

Quali sarebbero i vantaggi se il progetto dovesse andare in porto?

Oltre che offrire al territorio un riconoscimento che merita in virtù delle sue bellezze artistiche, paesaggistiche e culturali nella accezione più generale del termine, otterremmo benefici per tutti, in un’ottica soprattutto turistica, ma con tutte le ricadute, economiche, culturali e sociali, che si rovescerebbero sull’indotto e sull’intero territorio.

Rispetto alla gara per la Capitale Europea della Cultura, cosa servirà per vincere?

Più che la promozione, dovremo metterci davanti ad uno specchio e saper raccontare bene ciò che siamo: storia, tradizioni, paesaggi, beni materiali ed immateriali. Occorrerà però saper lavorare in squadra con sinergie e collaborazioni inter-istituzionali, sciogliere ogni vincolo ostativo al processo partecipativo ed aprirci al cambiamento, non solo in merito alle procedure ed alle scelte da fare, ma soprattutto in termini di mentalità. 

 

Alessandro Chizzini