Braccianti locali e immigrati che lavorano insieme a Nardò nella coltivazione dei pomodori e nella distribuzione del prodotto finale, tutto nel pieno rispetto delle leggi. Il risultato? Una salsa di pomodoro che va a ruba
La filiera ‘pulita’ del pomodoro, dalla semina alla trasformazione fino alla distribuzione finale, ha un nome: Sfruttazero. Un prodotto biologico nato senza sfruttamento del lavoro, che nei giorni scorsi ha ricevuto la “benedizione” anche di Slow Food, che ha segnalato l’iniziativa ai propri sostenitori. L’idea è stata messa in pratica dalla onlus neretina “Diritti a Sud” e da altre due associazioni: “SolidariaNetzanet” (Bari) e “Fuori dal ghetto” (Venosa, nel Potentino). “Vogliamo che l’oro rosso -fanno sapere dai tre sodalizi- da simbolo di sopraffazione e caporalato in Puglia e Basilicata, diventi simbolo di emancipazione, riscatto e speranza di un futuro diverso”.
Sfruttazero è perciò un progetto cooperativo e mutualistico che vede protagonisti migranti, contadini, precari e disoccupati. Come detto, i suoi protagonisti salentini sono gli attivisti neretini di “Diritti a Sud”, costituitisi in associazione nel dicembre 2014 e riusciti, in meno di un anno, a far sorgere sul territorio relazioni ed economie solidali. La strategia è stata la seguente: coltivare quintali di pomodori senza alcun trattamento chimico garantendo ai lavoratori e alle lavoratrici retribuzione dignitosa; trasformare il pomodoro in salsa con l’aiuto di esperti contadini e in idonee condizioni igienico-sanitarie; utilizzare vetro riciclato per l’imbottigliamento; distribuire il prodotto tramite gruppi di acquisto solidale, mercatini locali e mense popolari. Infine, utilizzare il logo di Sfruttazero sulle etichette della passata di pomodoro. Fasi che, in questi mesi, sono state rispettate punto per punto.
Nei campi neretini i lavoratori sono stati retribuiti secondo le tabelle del contratto nazionale agricolo, con contributi Inps e assicurazione Inail. La trasformazione del prodotto è poi avvenuta presso “Agricola Nuova Generazione Coop” (Martano). Adesso la salsa è in vendita non solo a Nardò (presso la Bottega Solidale “Koine” in via Duomo) ma anche in Veneto e altre zone d’Italia. Il costo è di 2,50 euro per il formato da 1/2 kg e 3 euro per quello da 0,68 kg. Per materie prime, attrezzature utili alla fase di trasformazione, allestimento degli spazi, servizi e altro materiale (vaschette, bruciatori, bombole del gas, mestoli e scaffali per la conservazione e trasporto del prodotto finito) si è fatto ricorso al cosiddetto crowfunding, finanziamento collettivo dal basso finalizzato a sostenere gruppi e associazioni.
Soddisfatta Rosa Vaglio, presidentessa di “Diritti a Sud”: “Adesso siamo arrivati alla fase di distribuzione. Siamo molto contenti di com’è andata. Abbiamo molte richieste e inviti a partecipare a manifestazioni ed eventi, in ultimo la Notte bianca di Martano e l’inaugurazione del centro immigrati a Corigliano d’Otranto. Non solo: tramite Internet ci stanno contattando da tutta Italia per ordinare la nostra passata di pomodoro. Per questo ci stiamo organizzando con le spedizioni. Persino dall’Olanda sono venuti a studiare questo progetto. Speriamo -conclude Vaglio- che Sfruttazero possa essere da esempio. Adesso ci hanno fornito in comodato d’uso gratuito un uliveto e un vigneto. Vogliamo proseguire su questa strada, creando lavoro e reddito per noi e per i ragazzi immigrati”.
Stefano Manca