DURA PRESA DI POSIZIONE DEL SINDACATO DI POLIZIA PENITENZIARIA DOPO IL CASO DI SUICIDIO A BORGO SAN NICOLA
L’ennesimo evento drammatico nel carcere di Lecce ha acceso di nuovo i riflettori sul sovraffollamento delle carceri e la scarsità del numero di agenti di Polizia penitenziaria. La denuncia del commissario Domenico Mastrulli (Osapp)
Forse la depressione, forse lo spettro del rimpatrio; non sono ancora chiarissime le cause che hanno portato il 38enne somalo Moahmed Abdi ha togliersi la vita la scorsa domenica all’interno del penitenziario di Borgo San Nicola, dove era detenuto per reati contro il patrimonio da maggio 2012 e dove avrebbe dovuto scontare ancora solo tre mesi.
L’episodio è solo l’ultimo di un drammatico fenomeno che fa della struttura carceraria della periferia di Lecce la primatista nazionale per numero di suicidi. L’estremo gesto compiuto da Abdi ha riportato l’attenzione sule condizioni di vita in cui versano i detenuti delle carceri, non solo pugliesi e salentini. In particolare, l’Organizzazione Sindacale degli Agenti di Polizia Penitenziaria (Osapp) ha puntato il dito sul sovraffollamento delle strutture italiane; un allarme giunto tra l’altro poche ore prima della sentenza della Corte Europea di Strasburgo che ha dichiarato colpevole l’Italia di aver violato i diritti umani di sette detenuti nelle prigioni di Piacenza e Busto Arstizio.
Proprio da questa condanna, parte la denuncia di Domenico Mastrulli, sostituto commissario di Polizia penitenziaria e segretario nazionale Osapp: “Dopo la sentenza di Strasburgo, il Ministero della Giustizia deve intervenire immediatamente per mettere un freno a questa situazione. La Puglia presenta infatti un tasso di sovraffollamento che sfiora il 196% e tra le regioni sovraffollate è quella che dispone di meno strutture penitenziarie. Il Triveneto e la Liguria sono al secondo e al terzo posto, ma le loro carceri sono il doppio di quelle pugliesi. Sulla questione è intervenuto anche il Vescovo di Lecce e il suo monito su ciò che accade all’interno degli edifici carcerari è stato apprezzato, condiviso e sostenuto dall’area cristiana dell’Osapp Polizia Penitenziaria”.
Mastrulli denuncia poi come al sovraffollamento delle carceri corrisponda un organico di agenti sottopotenziato: “Il suicidio è un atto che risponde alla libera scelta dei detenuti, ma il compito del Corpo di Polizia Penitenziaria è quello di garantire la sicurezza all’interno delle strutture e quindi impedire il verificarsi anche di questi episodi. Il numero degli agenti in servizio non è però sufficiente ed è anzi inferiore a quello previsto dalla legge; ad aggravare poi questo quadro, la scelta del Provveditore di mantenere 55 unità in distacco presso i propri uffici con compiti amministrativi e amministrativi contabili e al servizio di 40 unità civili tutti promossi al grado di capo-area. Io non vado contro nessuno ma è necessaria una maggiore vigilanza nei reparti difensivi e una maggiore sicurezza custodiale verso chi abbiamo l’onere di sorvegliare e vigilare; un compito che consiste anche di evitare che le vite dei detenuti vengano bruciate dietro le sbarre”.
Alessandro Chizzini