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8mila ulivi da sradicare, sulla Maglie-Otranto viaggia lo scempio

Già in questi giorni decine di ulivi sono stati capitozzati per essere trasformati in legna. I lavori per l’allargamento della strada porteranno all’espianto di oltre 8mila esemplari (di cui 268 censiti come monumentali). E tra questi se ne salverà solo una piccolissima parte 
 
A vederli viene il magone. Decine e decine di alberi d’ulivo tagliati, capitozzati, segati a metà. È quello che sta avvenendo in questi giorni sulla Maglie-Otranto, su entrambi i lati della carreggiata. 
Impossibile non notarli. Ad un primo sguardo, sembrano potature piuttosto energiche, magari in vista dell’espianto già previsto per i lavori di allargamento a quattro corsie della statale. Gli esperti agronomi, tuttavia, dicono che non è così. Non si tratta di nessuna pratica agricola consentita. Di peggio, un lavoro del genere si fa soltanto per trasformare quegli alberi, anche secolari, in legna per il caminetto. 
Cosa succede? Di certo c’è che non esiste ancora alcun decreto di svellimento di quegli alberi, che si trovano su terreni già espropriati da Anas ai fini dell’opera. Di certo c’è pure, però, che quelle piante dovranno essere, prima o poi, estirpate. E, allora, l’ipotesi più plausibile è che qualcuno stia giocando d’anticipo, approfittando dello stato di abbandono degli uliveti per trasformarli in legna. Un dubbio tanto forte che ha già portato alla formalizzazione di una denuncia contro ignoti, depositata presso la stazione dei Carabinieri di Otranto dal consorzio Coedisal, da dicembre affidatario e responsabile del cantiere, perché quello che ha vinto la gara d’appalto. Saranno le Forze dell’ordine a chiarire fatti e circostanze. 
Ma rimane il nodo più importante, poiché questa vicenda è solo la punta di un iceberg molto più grande. Sott’acqua viaggia il destino di tutti gli ulivi che si trovano sulla fascia di neppure 20 km. Ulivi che saranno destinati all’espianto, per fare spazio all’asfalto di due altre corsie, complanari, piazzole di sosta. Sono oltre 8.260. Una cifra da capogiro. Di questi, 268 sono ulivi monumentali, già censiti e per cui è in corso la valutazione da parte della specifica commissione insediatasi presso l’assessorato all’Ecologia a Bari. Ad ogni modo, poiché tutelati con legge regionale, saranno di sicuro trapiantati. 
Il problema rimane rispetto agli altri 8mila ulivi, spesso plurisecolari, ma non classificati come monumentali. La legge statale prevede sì l’obbligo di reimpianto, ma solo laddove è possibile. E in questo caso è possibile solo in numeri ridottissimi. Sono soltanto 1.500 le piante per cui è stata trovata una ricollocazione, presso aree comunali e private. Le altre 6.500 sono destinate direttamente all’abbattimento. 
 
“Adotta un ulivo”, ecco come è possibile salvare gli alberi
 
Otranto ha richiesto 500 alberi, Maglie 20. In lizza anche Giurdignano e Uggiano La Chiesa
 
6.500 piante senza padre adottivo. 6.500 ulivi, la gran parte secolari, condannati a morte. Eppure il modo per salvarli c’è. Anas ha già proposto ai Comuni, sul cui territorio ricade l’opera, di farsi carico degli alberi e pagare solo i costi di piantumazione. Ad oggi, Otranto ha presentato richiesta per 500 piante, una ventina quelle che ne vorrebbe Maglie. Per il resto le risposte sono state mute. Privati e amministrazioni, però, possono ancora presentare richiesta ad Anas per adottare e salvare gli ulivi. 
Il primo a muoversi, dopo che la vicenda è venuta a galla, è il Comune di Minervino. “Vogliamo mettere a disposizione circa dieci ettari di terreni che ricadono sul nostro territorio -ha detto il sindaco Ettore Caroppo-. Alcuni sono di proprietà della Provincia di Lecce, quelli della ex Scarciglia, gli altri di proprietà comunale. C’è spazio per ospitarne a centinaia. Si potrebbe anche pensare di costituire una cooperativa di giovani che li curino e magari inventarsi un marchio”. Anche Uggiano La Chiesa vuole fare la sua parte: “Potremmo ospitarli nei giardini delle scuole o nella zona industriale piuttosto scarna, sarebbe anche educativo”, ha incalzato il sindaco Salvatore Piconese. 
E gli altri Municipi che fanno? Le domande di adozione possono essere inoltrate anche da semplici cittadini, aziende, cooperative. Tutto, purché gli alberi vengano salvati. Ognuno deve fare la sua parte. Certo, il tempo stringe. Per il momento sono in corso, due volte a settimana, i monitoraggi che sta effettuando l’Ufficio Provinciale Agricoltura. Al termine di quelli, però, partiranno le ruspe. E allora nessuno potrà dire che non lo sapeva. 
 
Tiziana Colluto