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Rifiuti sanitari radioattivi, la Regione annuncia più controlli

Previste ispezioni serrate da parte di Asl e Noe dopo i casi di smaltimento illegale di scarti di radiofarmaci in discarica. Nel Salento i casi di Poggiardo e Ugento 
 
La lettera dell’assessore regionale all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, ha punta i riflettori su un inquietante fenomeno in crescita in Puglia: lo smaltimento irregolare di rifiuti sanitari radioattivi nei cassonetti dell’indifferenziata. Sono infatti più frequenti i casi di automezzi che trasportano materiali Rsu, risultanti positivi ad “attività radioattiva”. Così sotto la lente della Regione e degli inquirenti sono finiti ospedali pubblici e privati, in tutte le province della Puglia. I casi più allarmanti si sono registrati a Taranto, dove la procura avrebbe aperto un’inchiesta, e a Bari, dove i Carabinieri erano già stati allertati su questi episodi di smaltimento improprio. 
In una lettera indirizzata a tutte le Asl pugliesi dall’Assessore Lorenzo Nicastro, si sollecita maggiore attenzione a fronte di fatti giudicati allarmanti: “I risultati dei controlli non si possono mettere in discussione, essendo stati effettuati con la strumentazione in dotazione alle forze dell’ordine e all’Arpa. È necessario, dunque -continua Nicastro- che l’attenzione rimanga alta, per i significativi impatti di carattere sanitario, ambientale ed economico che il fenomeno genera”. Si attende ora la risposta da parte dei direttori generali delle Asl a cui è demandata la vigilanza.
Ma perché questo accade? Il motivo sarebbe da ricercare  nell’enorme risparmio di denaro che si ha gettando i rifiuti speciali nell’indifferenziata, piuttosto che seguire le regolari procedure previste per il loro smaltimento. Ciò si sta verificando nonostante l’accordo di programma, siglato dalle Asl nel 2007, prevedesse un sostegno economico da parte della Regione per un monitoraggio efficace. 
Allo stato attuale, dalle Istituzioni sono state adottate tutte le necessarie contromisure per contrastare e reprimere smaltimenti impropri: allertati i prefetti delle Province pugliesi e il Noe, nucleo specializzato dei Carabinieri per la tutela ambientale. 
Tuttavia, operare delle indagini per risalire ai responsabili implica procedure particolarmente complesse: così la Regione, attraverso i Pon Sicurezza 2007/2013 messi a disposizione dal Ministero dell’Interno,  ha chiesto un ulteriore finanziamento.
 
Il parere dell’esperto 
 
Due i casi recenti di conferimenti “irregolari” in discariche in provincia di Lecce, rispettivamente a Poggiardo e Ugento (in particolare è stata rilevata la presenza di Iodio 131 e Tecnezio 99). Sulle due vicende è intervenuto l’ingegnere ambientale Luigi Antonazzo, secondo il quale “la situazione dà la chiara idea che nella catena della raccolta dei rifiuti sia saltato un anello. Infatti, da quando il biostabilizzatore è stato dotato di apparecchiatura per la rilevazione di isotopi radioattivi sono venuti alla luce i loro conferimenti. Partiamo da quello che è stato trovato, ossia Iodio 131 e Tecnezio 99. Sono radioisotopi molto noti e utilizzati in medicina nucleare, dove trovano largo uso nella radioterapia e nell’imaging”. 
Ma quali sono gli eventuali rischi per la salute dei cittadini? “Il tempo di dimezzamento dello iodio è di circa 8 giorni, tempo necessario perché metà degli atomi radioattivi decadano in un altro elemento più stabile. I valori soglia per esposizione oraria sono di 0.9 microsievert e quelli rintracciati presso il biostabilizzatore di Poggiardo sono stati mediamente 5 volte superiori misurati a un metro dalla fonte di radioattività. Le precauzioni prese non dovrebbero esporre a particolari rischi nessuno tra operatori del biostabilizzatore e cittadini di Poggiardo. Rimane comunque da risolvere un problema gestionale nella raccolta per evitare che avvengano ancora nel futuro tali conferimenti” 
 
M. Maddalena Bitonti