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Credito esaurito

Negli ultimi tempi è diventato molto difficile per le imprese -se non quasi impossibile- ottenere dalle banche i finanziamenti necessari per svolgere la propria attività, anche quando gli stessi imprenditori sono in grado di fornire garanzie. Al grido d’allarme lanciato da Confindustria fa eco Confesercenti Lecce, che invoca l’intervento statale per obbligare gli istituti a concedere crediti alle imprese virtuose e scongiurare il pericolo usura 
 
Come se non bastasse, la crisi economica che taglia le gambe e come un effetto domino mette in crisi le aziende e i lavoratori, ora condiziona la liquidità degli istituti di credito. Sembra un paradosso, ma anche dalle nostre parti le “cose” vanno veramente così. 
Gli imprenditori sono ormai allo stremo delle proprie forze (economiche). Tanto che gli industriali salentini, con la man forte dei colleghi del tarantino e del brindisino (almeno una volta tanto il Grande Salento lavora in sinergia per lo sviluppo del territorio) hanno cominciato a gridare forte il loro malumore. E nella cassa di risonanza dell’allarme ci finisce pure la paventata “necessità” che, se le condizioni non cambieranno nel breve e medio termine, molte aziende potrebbero anche chiudere battenti. Ed allora la “fantasia” per riparare non dovrebbe mancare. Finanche praticando le tortuose strade che portano ai all’usura. 
Le banche, tutte le banche, da quelle a diffusione locale, fino a quelle regionali e nazionali, hanno da tempo chiuso i rubinetti. E non solo perché i fondi a disposizione rispetto ad un florido passato cominciano ad essere meno corposi. Quello è il male minore. C’è da più parti, nelle stanze dei bottoni degli istituti di credito, la diffidenza (più che altro la sfiducia) verso le potenzialità del mercato generale. E così le garanzie, anche “pesanti” a corrispettivo del credito offerto, non bastano più. Si diceva che i soldi (sulla carta) non mancano, nonostante il conto corrente del cliente medio si sia assottigliato di molto nell’ultimo decennio tanto da sfiorare l’anoressia finanziaria. 
Le banche non più tardi di qualche settimana fa, hanno fatto man bassa di liquidità, quella messa a disposizione dalla Banca Centrale Europea di Bruxelles ad un tasso conveniente proprio per favorire il credito alle imprese. Ma invece che “capitalizzare” quei fondi sul territorio, favorendo una seppur blanda parvenza di ripresa, le banche hanno optato per un investimento sicuro e senza rischi. Tutto a loro uso e consumo. Come? Andando sul sicuro acquistando titoli di Stato che garantiscono tassi attivi più alti rispetto a quelli passivi dovuti alla Bce. Il mercato è il mercato, “Business is business”, e quindi non si ammettono romanticismi di sorta.
E allora che fare? Farsi travolgere dagli eventi insieme al rischio che le aziende abbassino le saracinesche ed si abbandonino i capannoni delle zone industriali? Meglio organizzarsi e darsi da fare. A quest’ultima strada ha fatto voto, da ultimo, Confindustria Lecce che ha avviato una campagna di sensibilizzazione a 360 gradi per favorire tavoli ed occasioni di confronto tra imprenditori e banche. Magari con l’avallo delle istituzioni. La settimana scorsa presso la sede leccese di Confindustria, il presidente degli industriali salentini Piernicola Leone De Castris ha ricevuto il direttore regionale della Banca d’Italia ed il presidente della commissione Abi di Puglia. Un incontro utile per discutere di credito e della crisi di liquidità che attanaglia il sistema Italia. E per il 29 febbraio prossimo è già pronto il bis. Un convegno con un focus sulla centrale rischi, il rating e le condizioni di accesso al credito da parte delle imprese. 
 
 
La ricetta anti-crisi di Confindustria Lecce
 
Partendo dallo slogan “Confindustria Insieme”, l’associazione degli industriali di Lecce sta per avviare una campagna di comunicazione che, si spera, possa coinvolgere imprese e territorio in modo da rafforzare l’organizzazione e la produttività imprenditoriale. Un “fare squadra” comune per lanciare un segnale positivo di reazione alla crisi che sta coinvolgendo l’intero sistema economico salentino. 
“La crisi di liquidità che sta minando le certezze dell’economia europea prima e di quella italiana e, di conseguenza, salentina, poi -spiegano da Confindustria- ha radici lontane e profonde. E come imprenditori, avvezzi ad affrontare la durezza dei cicli congiunturali, abbiamo oggi l’obbligo ed il dovere sociale di individuare le cause dell’attuale crisi e di agire, con tempestività, mediante strategie opportune per rispondere alle esigenze delle imprese e del territorio”.
Il momento che si sta vivendo non è certamente dei migliori. E la grande crisi di liquidità delle imprese è acuita dall’impossibilità che la stessa pubblica amministrazione ha nel garantire i pagamenti per appalti e concessioni entro tempi ragionevoli. Per arginare un baratro che sembra senza fondo, Confindustria detta una serie di azioni “operative” per risollevare il sistema produttivo salentino. L’ente si aprirà alle imprese più piccole, prevedendo, per il 2012, una quota associativa ridotta che consenta loro di usufruire dei servizi di rappresentanza, relazioni sindacali ed industriali, lavoro, formazione, comunicazione, credito anche attraverso il collegamento con Fidindustria Puglia che l’associazione offre. E tra i nuovi servizi proposti figurano la camera conciliativa, ovvero un protocollo che consenta di offrire a condizioni vantaggiose servizi di consulenza, formazione e gestione operativa dei conflitti; e l’internazionalizzazione, in modo da favorire in modo “stretto e sinergico” mercati sempre più lontani. 
Tra le altre proposte, una in particolare interessa il credito. “Il problema della liquidità -concludono da Confindustria- è cruciale in questa fase economica per le nostre imprese. Il territorio salentino presenta un buon numero di banche locali e nazionali, particolarmente attente ed orientate al sostegno del sistema economico locale. L’esistenza di strumenti per la patrimonializzazione delle imprese, per una maggiore facilità di accesso al credito e per la ristrutturazione dei debiti a breve costituisce un’opportunità notevole a disposizione del sistema economico. La presenza in Confindustria Lecce di Fidindustria Puglia rappresenta, dal canto suo, un’ulteriore valida sponda per il nostro sistema associativo. Confindustria Lecce intende, pertanto, sensibilizzare le imprese sul tema dell’adeguata patrimonializzazione, sostenendole nell’imprescindibile confronto con la pubblica amministrazione e le banche, al fine di creare le migliori condizioni per un rafforzamento patrimoniale e, conseguentemente, per un miglioramento del merito creditizio”. 
 
Daniele Greco