La decisione è stata assunta dal Consiglio comunale di mercoledì scorso, ed è passata con il voto favorevole del Pd che è riuscito a far approvare un proprio emendamento
Il Csa sarà sciolto entro il 31 dicembre 2012. Così ha deciso il Consiglio comunale convocato a metà settimana, al termine di un’assise durata più di quattro ore che però, oltre a questo verdetto, nella sostanza non ha prodotto novità (salienti) di sorta. Chi si attendeva infatti un dibattito acceso, tale magari da provocare azioni irreversibili (come le paventate dimissioni del sindaco), è rimasto deluso. La società partecipata continuerà a gestire il servizio di raccolta dei rifiuti urbani, e la delibera è passata con un emendamento, per così dire, “democratico” perché in modo quasi bipartisan è stata integrata con una modifica sostanziale voluta dal Partito Democratico.
E delusi sono rimasti anche coloro che, alla luce delle scaramucce pre-consiliari annunciate dall’opposizione (leggasi manifesti e comunicati “al vetriolo” pubblicati e diffusi ante-assise), si attendevano una minoranza agguerrita e pronta alle barricate pur di difendere le proprie posizioni sull’argomento. Anche in questo caso niente di tutto ciò, ad eccezione di qualche piccola impennata quando dai banchi dell’opposizione è stata fatta espressa richiesta di far intervenire in Consiglio il presidente di Csa e quando qualche dubbio è stato sollevato sulla presenza o meno di bilanci trasparenti sui conti della partecipata del Comune.
Per il resto tutto è rientrato nello stile della “quiete dopo la tempesta” (dei giorni precedenti). Ivi compresa la posizione dei socialisti, i quali benché critici “a priori” nei confronti dei loro compagni di maggioranza, in Consiglio comunale hanno confermato di remare dalla parte della lista governativa che fa capo al sindaco Giancarlo Coluccia quando si è trattato di mettere in pratica la lunga discussione sull’argomento. Risultato: anche i socialisti stanno con la maggioranza.
La decisione di mantenere in vita fino a scadenza naturale il Csa, si diceva, è passata quasi all’unanimità (con la sola astensione dei consiglieri di minoranza Fedele, Quarta e Viva) perché grazie ad una sospensione di Consiglio comunale si è potuto garantire al partito democratico la modificare del dispositivo, integrato con la mozione Pd che richiedeva la partecipazione “allargata” della società civile (quindi direttamente anche dei cittadini e non solo delle forze politiche locali) quando in un futuro prossimo si dovranno determinare le nuove indicazioni per l’affidamento al nuovo soggetto che dovrà occuparsi della raccolta dei rifiuti (evento che a più voci è stato espresso possa avvenire con il porta a porta, così come previsto dalla legge).
Il partito democratico dunque incassa una mezza vittoria. Perché se è vero da una parte chiedeva lo scioglimento immediato della società mista, dall’altra i “democrat” speravano comunque che il Centro Salento Ambiente potesse al massimo giungere a scadenza naturale del mandato. Un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto che alla fine accontenta tutti. Maggioranza compresa.
Daniele Greco