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Un futuro di cemento per Porto Miggiano

Il Tar di Lecce ha dato il via libera alla costruzione di un nuovo complesso turistico-ricettivo da 536 appartamenti, che dovrebbe sorgere in località Serricella, a monte di Porto Miggiano. Un progetto da 40 milioni di euro, partito negli anni ’80 e che adesso rischia di intaccare una delle località più belle del Salento. Alle rassicurazioni di imprenditori e amministratori locali sul rispetto delle norme di impatto ambientale fa eco la ferma protesta degli ambientalisti, che promettono battaglia 
 
Il Tar di Lecce sblocca la costruzione di un complesso turistico-ricettivo e residenziale in località Porto Miggiano. Dopo trent’anni viene infatti data esecutività ad un piano di lottizzazione, denominato “Comparto 13”, a conclusione di una serie di ricorsi, revoche, autorizzazioni e pareri contrastanti. 
Il progetto del nuovo villaggio muove i primi passi nel 1982 ad opera di un gruppo di imprenditori, la maggior parte locali, proprietari di vari appezzamenti di terreno agricolo ubicati a monte della litoranea Castro-Santa Cesarea. Della società, originariamente facevano parte 43 componenti, ma col passar degli anni, a causa delle difficoltà burocratiche e dei ricorsi, i soci si sono ridotti a 14 unità. A sbloccare l’iter dell’intervento progettato dall’architetto Donato De Matteis, è stata la prima sezione del Tar di Lecce (presieduta Aldo Ravalli), che con due importanti sentenze del 5 aprile scorso ha dato il via libera definitivo all’edificazione del comparto edilizio. 
La prima sentenza riguarda il nulla osta idrogeologico (prima concesso, poi revocato e poi di nuovo rilasciato dalla Regione Puglia sulla base del pronunciamento cautelare del Tar). La seconda riguarda il vincolo paesaggistico e dispone l’annullamento del decreto con il quale il Sovrintendente per i Beni architettonici e paesaggistici per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto aveva illegittimamente annullato l’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Santa Cesarea Terme nel mese di dicembre del 2007. Il Tribunale amministrativo regionale, accogliendo la tesi della Società ricorrente (difesa dall’avvocato Tommaso Millefiori) ha rilevato non solo “l’erroneità delle motivazioni addotte dalla Sovrintendenza a giustificazione dell’annullamento dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Comune di Santa Cesarea Terme, ma ha anche escluso un’ulteriore possibilità d’intervento della stessa autorità”. 
Le due sentenze consentono così alla Società di realizzare l’importante complesso turistico ricettivo previsto nel Piano di lottizzazione convenzionato del Comparto 13, che aveva mosso i suoi primi passi nei primi anni Ottanta, con l’adesione alla sua formazione di tutti i numerosi  proprietari della zona. Il progetto si sviluppa a monte della dorsale adriatica lungo la provinciale che collega la frazione Vignacastrisi di Ortelle, su di una superficie di circa 15 ettari, ed è ubicato a monte della località balneare di Porto Miggiano, dove attualmente sono in corso altri lavori di completamento di un altro comparto urbanistico. Il nuovo intervento prevede la realizzazione di 536 unità abitative di superficie variabile da 30 a 60 metri quadrati, che si sviluppano su 66 “formelle” la cui disposizione ricrea la trama urbana dei centri storici dei comuni delle serre salentine. Ma troviamo anche centri ristoro, quattro piscine, strutture per lo svago e il tempo libero, aree destinate alla vendita di prodotti locali, un centro direzionale e una vasta zona parco. 
Secondo il progetto e il nulla osta paesaggistico tutto sarà realizzato nel pieno rispetto e salvaguardia dell’ambiente e i pareri degli enti preposti ai vincoli parlano chiaro a proposito di tutela. Il business plan dell’intervento prevede il costo di realizzo pari a 40 milioni di euro, di cui circa il 25% dell’importo è relativo al costo del personale addetto ai lavori. A regime il complesso turistico, prevede un piano occupazionale per 65 unità fisse e 160 unità stagionali. 
 
Giovanni  Nuzzo
 
 
Le sentenze che “condannano” località Serricella
 
Due sentenze del Tar, datate 5 aprile 2011, hanno dato il via libera, anche se non ancora ufficialmente, alla realizzazione del complesso turistico-ricettivo nel Comparto 13 del valore di circa 40 milioni di euro. I giudici amministrativi hanno così ribaltato in un sol colpo i pareri negativi di Regione e Soprintendenza. 
Con la prima sentenza, il Tar ha confermato il nulla-osta idrogeologico che la Regione ha prima concesso, poi revocato e infine rilasciato una seconda volta in corso di causa in seguito al pronunciamento cautelare dello stesso Tribunale Amministrativo. 
La seconda determina giudiziaria ha riguardato invece il vincolo paesaggistico. Il Tar di Lecce ha così annullato quanto disposto dalla Sovrintendenza per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, cioè il decreto con cui si revocava l’autorizzazione rilasciata dal comune di Santa Cesarea Terme, datata 18 dicembre 2007. Secondo i giudici amministrativi, la Sovraintendenza per i beni architettonici e paesaggistici avrebbe commesso “un errore essenziale”, in quanto l’autorizzazione comunale sarebbe stata sottoposta al controllo di legittimità in base al Decreto Ministeriale del14 aprile 1967, con il quale si dichiarava di notevole interesse pubblico un’area di Santa Maria di Leuca e non di Santa Cesarea Terme.