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Basta aspettare, ora il filobus deve partire

A Palazzo Carafa non si più disposti ad aspettare la soluzione dei contenziosi in corso e si chiede a gran voce l’attivazione dell’infrastruttura in tempi brevi
 
Potrebbe sembrare quasi una questione di principio ma, in realtà, oltre ad aver rappresentato una enorme spesa (23 milioni di euro il costo complessivo dell’opera) la mancata entrata in funzione del filobus potrebbe portare altre grane a Palazzo Carafa. Dopo anni di polemiche, indagini, ritardi e contenziosi, Paolo Perrone è più che mai deciso a fare in modo che la criticata filovia abbia un senso per la città che l’ha pagata. Ed anche per il Ministero dei Trasporti, che ha cofinanziato l’opera e che alcuni giorni fa ha chiesto senza troppi giri di parole al Comune di Lecce di rendere conto dell’investimento. Come se non bastasse nei depositi della Sgm i mezzi continuano a giacere a riposo rischiando di diventare vecchi senza aver mai trasportato un solo passeggero. 
Una situazione che certo non giova alle casse comunali, già passate al setaccio dalla Corte dei Conti, mentre il prossimo 25 gennaio è già fissato il Consiglio comunale sul filobus richiesto dalle opposizioni. Una data che si preannuncia come la “resa dei conti” sulle responsabilità di un ritardo ormai imbarazzante per l’attivazione della metropolitana di superficie. Ecco perché l’Amministrazione ha deciso di correre ai ripari per tentare di sbloccare la questione. Alcuni giorni fa, il Comune ha scritto alla Sirti, la società capofila dell’Ati (Associazione temporanea di imprese costituita anche da Imet Spa, Van Hool e Vossloh Kiepe) che ha realizzato l’infrastruttura, chiedendo il rispetto del contratto. Al momento, infatti, il filobus è fermo sul braccio di ferro economico tra Sirti, che chiede il saldo delle fatture arretrate per quasi 6 milioni di euro, e Palazzo Carafa, che pretende il risarcimento dei danni per il ritardo nella consegna dei lavori per una cifra più o meno equivalente. Da qui la richiesta dell’incontro chiarificatore che si terrà lunedì nella sede dell’Assessorato al Traffico e alla Polizia Municipale e cui prenderanno parte, oltre alla Sirti e all’Amministrazione comunale, anche la società Sgm. Un incontro convocato dal dirigente Sergio Aversa, lo stesso che nel tempo firmò le quattro proroghe dei lavori. 
La volontà dell’Amministrazione è dunque che si proceda al pre-esercizio e al collaudo delle linee, comprese le sedici corse con a bordo solo sacchi di sabbia per testare i mezzi. Sono questi, accanto al corretto funzionamento delle corsie preferenziali, i passaggi necessari per la firma del contratto d’esercizio che permetterà la sospirata partenza delle corse pubbliche. Ad occuparsi del collaudo, probabilmente diventando anche titolari del contratto di manutenzione, potrebbero essere le due ditte salentine che hanno istallato i pali e realizzato le sottostazioni, ossia la “Giannone” di Nardò e la “Scie” di Lecce. Secondo Perrone da parte dei privati ci sarebbe la disponibilità ad aprire alla discussione. Intanto il tribunale civile dovrà pronunciarsi a breve sulla possibilità di unificare il decreto ingiuntivo dei privati con la citazione per danni da parte dell’ente, semplificando l’intricata vicenda. 
 
Alessandra Lupo