L’Osservatorio sulla Città di Nardò scende in campo per il recupero del mignano di via Lata
Cos’è un mignano? Molti di noi lo avranno visto, magari sulla facciata di un’antica casa a corte, senza conoscerne la denominazione tecnica. Il mignano altro non è che un elegante elemento architettonico, di origini romane e bizantine, molto diffuso nell’edilizia domestica dei nostri borghi. Si presenta come una sorta di balcone o palco sospeso sul vano carraio delle case a corte. La sua struttura permetteva quindi di congiungere il mondo domestico, con la vita che si svolgeva lungo le strade dei centri storici.
A Nardò, a pochi metri dall’antico castello degli Acquaviva, uno di questi antichi mignani rischia di crollare. L’allarme si è diffuso in città con un fitto tam tam mediatico ed è stato ripreso e circostanziato, con dovizia di nozioni tecniche e particolari, da Paolo Marzano, rappresentante dell’Osservatorio sulla Città di Nardò. “Osservando il dissesto in via lata -ha ribadito Marzano- è evidente lo stato di degrado dell’edificio, ma vorrei porre l’attenzione su un particolare. Spero che qualcuno abbia notato e abbia coscienza di salvare o smontare il mignano per preservarlo prima del crollo. Il rischio di vederlo fatto a pezzi è grande. Sta per cedere e le lesioni parlano chiaro. Nella situazione in cui siamo, con un’assurda situazione di bilancio, purtroppo temo che questa strada rimanga così per molto, molto tempo. Se non si corre subito ai ripari il degrado visivo, la circolazione delle persone, il commercio riceveranno l’ennesimo danno. Il traffico, a questo punto, dovrebbe essere limitato per non arrecare troppi frequenti pesi dinamici e forti vibrazioni nei pressi di altre arterie storiche sulle quali insistono altre facciate degli edifici più deboli e sensibili”.
La situazione è quanto mai chiara. Nonostante i numerosi sforzi fatti dalla precedente amministrazione per recuperare il vasto centro storico cittadino, molto rimane ancora da fare. In assenza di un governo politico della città, la parola dovrà necessariamente passare al commissario ed alla Soprintendenza per i Beni Artistici ed Architettonici. Siano loro, aggirando le difficoltà economiche, a trovare i mezzi necessari per salvaguardare questa antica testimonianza del passato artistico cittadino.
Alessio Palumbo