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Albanese: “Ho raccontato il Salento al cinema, come nessuno aveva fatto”

Il regista, appena insignito della cittadinanza onoraria di Palmariggi, parla del suo Senza arte né parte, ambientato in parte in provincia di Lecce
 
Un Salento atipico, un’opera surreale. È quello che ha voluto ritrarre il regista Giovanni Albanese (nella foto), che nella sua nuova pellicola Senza arte né parte (in distribuzione nelle sale cinematografiche in aprile 2011), con Vincenzo Salemme e Giuseppe Battiston, ha deciso di ambientare alcune scene in provincia di Lecce. Tutto nasce, secondo sua stessa ammissione, a quando ha visto il Salento per la prima volta e se n’è innamorato a tal punto di comprare casa a Palmariggi. 
“Al di là dei luoghi e della gente, entrambi dappertutto eccezionali -ha commentato Albanese- Palmariggi è straordinaria, la sua piazza è surreale, sembra quasi un quadro di De Chirico, che passa dal bidimensionale al tridimensionale. È unica nel suo genere, è come quei libri per bambini, che li apri e le immagini si sollevano davanti a te”. Però, proprio ora che tutto appare già detto da tutti i registi che qui hanno lavorato, sembra complicato ritrarre un Salento inedito, cosa che è riuscita ad Albanese. “Sono andato a sottrazione -continua il regista- ho cercato di portare sul grande schermo tutto ciò che non avevano colto gli altri. Il Salento è un posto che adoro, ho dovuto cambiare una parte della sceneggiatura per ambientare il film qui: il mio è un Salento atipico, dalle radici profonde di tradizione, dalla gente semplice”. 
Secondo Albanese, una delle ragioni della scelta della provincia di Lecce come ambientazione di molte pellicole è l’ottimo funzionamento dell’Apulia Film Commission, che dà un supporto concreto e reale, fungendo da stimolo a un cinema nazionale che è in difficoltà. La storia di Senza arte né parte racconta di alcuni uomini che hanno appena perso il lavoro, che improvvisano una “fabrica” di oggetti d’arte, naturalmente falsi. Una storia molto differente, dal precedente lungometraggio di Albanese AAA Achille. “Le due opere hanno avuto una gestazione diversa -spiega il regista appena insignito della cittadinanza onoraria del comune di Palmariggi- il primo in particolare è uscito molto tempo dopo, dato che ci ritrovammo in piena crisi della Cecchi Gori. Il primo lungometraggio ha avuto una vita lunghissima, anche grazie alle premiazioni nei festival”.
Un grande festival del cinema, a questo punto, sembra quasi un must, nel Salento che ha creato molte figure professionali legate al grande schermo: ci sono già alcuni festival interessanti e importanti come il Festival del Cinema Europeo e il Cinema del Reale, ma non hanno le proporzioni della Mostra del Cinema di Venezia. “Non tutto purtroppo dipende dalla qualità dei film o dalla bravura di chi organizza -chiosa Albanese- altrimenti ci sarebbero mille Venezie, bensì dipende dai finanziamenti che riescono a rendere un festival adeguato all’arte che propone”. Giovanni Albanese è a tutt’oggi un romano di origine barese e con la cittadinanza di Palmariggi: “Troverei odioso scegliere tra Roma e il Salento -conclude il regista-; a Roma c’è il mio lavoro e delle produzioni cinematografiche ormai consolidate, mentre nel Salento ho un pezzo di cuore, anche se qui ho trovato delle professionalità che sembrano delle buone premesse”. 
 
Angela Leucci