Durerà fino al 31 dicembre la proroga della cassa integrazione per i lavoratori. Un “contentino” che però distrae dalla soluzione vera
La proroga degli ammortizzatori sociali è arrivata, ma i problemi, quelli seri, quelli strutturali, non accennano a risolversi. Sono le due facce della stessa medaglia chiamata “vertenza Adelchi”. Lunedì 28 giugno la firma in Provincia di Lecce per il rinnovo della cassa integrazione. Un documento tecnico e un accordo sindacale a cui la Regione Puglia sarà chiamata a dare via libera, per garantire la continuazione della cassa in scadenza il 4 luglio per i 129 operai della Nuova Adelchi e i 336 Crc e che verrà estesa fino al 31 dicembre anche ai 75 dipendenti del suolificio Gsc Plast. Si tratta però di proroga regionale, che allunga il fiato di soli 6 mesi. Per quella ministeriale, che dura 12 e a cui si stava lavorando con l’incontro a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, del 22 marzo nulla si sa. Anzi, a quanto pare, nulla si saprà e la voglia di ragionare su questo non c’è. “Non è il momento -ha dichiarato Ippazio Prete, responsabile del personale del cluster Adelchi- per ora aspettiamo questi 6 mesi di cassa integrazione, poi si vedrà. Ma ognuno deve fare la sua parte”. Parole sibilline. Perchè la cronaca dei fatti vuole che fino a questo momento a venir meno ai suoi impegni sia stata solo l’azienda. Non i lavoratori, che sono addirittura riusciti ad ottenere un tavolo ministeriale dopo mesi di lotte iniziate il 23 settembre sul cornicione di Palazzo Gallone.
E già, perchè c’è un altro nodo che non accenna a sciogliersi. A maggio era stata annunciata la presentazione della richiesta di un concordato preventivo con cui cercare di ristrutturare il debito di 30milioni di euro della Nuova Adelchi Spa. A detta dei vertici aziendali è pronto, certo, ma guarda caso è ancora tenuto sotto chiave nei suoi cassetti. Quel che è certo è che senza ridimensionamento della situazione debitoria e senza piano industriale di rilancio non ci potrà essere tavolo ministeriale risolutorio, tantomeno estensione dell’accordo di programma dal cluster Filanto a quello Adelchi, con possibilità di reimpiego dei lavoratori. Dispiace dirlo, ma l’obiettivo oramai, da più parti, pare essere l’eutanasia, la morte dolce. Ma dolce poi per chi?
Tiziana Colluto