Le borse di studio per agevolare i giovani pugliesi frequentanti master all’estero si stanno rivelando un boomerang, a causa del prelievo fiscale a carico dei destinatari delle stesse
La “Puglia migliore” in questi giorni fa fatica ad affermarsi, soprattutto dopo la notizia che ha ridimensionato una delle iniziative più interessanti messe in atto dalla precedente Giunta Vendola, cioè l’operazione “Ritorno al futuro”: mediante fondi messi a disposizione insieme allo Stato e alla Comunità europea, la Regione Puglia ha contribuito alla frequenza di master post-laurea di giovani pugliesi, obbligati il più delle volte ad andare fuori sede per specializzarsi. I ragazzi hanno dovuto sottostare soltanto ad un vincolo di tipo morale: i vincitori, una volta dimostrata l’iscrizione al master, sarebbero dovuti “tornare” in Puglia per contribuire alla crescita della Regione, cioè impiegare le conoscenze acquisite in ambito locale. Gli importi delle borse sono variabili: per i master online 3mila euro, per quelli in Puglia 7.500, per quelli in altre regioni 15mila e per quelli frequentati all’estero 25mila euro.
Come scrivono i ragazzi del coordinamento “Ma quale futuro”, a nome di circa un migliaio di ragazzi pugliesi: “Dopo più di un anno dall’erogazione delle borse di studio, ecco la sorpresa: alla Regione si sono sbagliati. Il prelievo fiscale non si opera solo sul 50% della borsa, ma sull’importo totale. Ecco quindi che ci siamo visti recapitare ad aprile (tra l’altro ben oltre i termini di legge, previsti per il 28 febbraio) i Cud con gli importi interi delle borse di studio da assoggettare a tassazione”. Adesso la novità si può leggere anche su Facebook dove è nato un gruppo di sensibilizzazione apposito: “All’improvviso ci tocca versare, a seconda degli importi delle borse di studio, dai 2mila ai 5mila euro di Irpef allo Stato. La beffa sta nell’aver ottenuto una borsa di studio per merito e per basso reddito, e dover adesso pagare un’imposta che in alcuni casi si avvicina alla retta di iscrizione di un master. Soprattutto senza aver avuto modo di saperlo per tempo. E chi di noi si troverà nell’impossibilità di pagare, passerà da studente meritevole a debitore nei confronti dell’erario. Ancora peggio: chi non sa dell’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, sarà un evasore fiscale ancor prima di aver lavorato un singolo giorno nella propria vita”.