L’esperienza di Emanuela Merico, tra i pochi maestri cartapestai pugliesi ad essere accreditata come restauratrice presso la Sovraintendenza di Bari
Sin dal ‘500 la lavorazione della cartapesta è un’arte della tradizione italiana esportata poi in tutto il mondo e Poggiardo può pregiarsi di avere tra i suoi cittadini uno dei più alti esponenti nazionali. Si tratta di Emanuela Merico, maestra cartapestaia tra i pochi ad essere accreditati presso la Sovraintendenza di Bari come restauratrice di cartapesta. Proprio il restauro è stato al centro di uno stage di formazione che la Merico ha tenuto fino allo scorso maggio e organizzato dall’Ascla di Casarano nell’ambito del progetto “Tutela e valorizzazione delle lavorazioni artistiche ed artigianali in cartapesta”.
Sono stati 13 gli allievi che hanno fatto esperienza presso il laboratorio di Vaste di Emanuela Merico: “Ragazzi provenienti da comuni piuttosto lontani dall’hinterland poggiardese -spiega l’artista- a conferma del fatto che nel nostro territorio, come pure nell’intera provincia, l’arte della lavorazione e del restauro della cartapesta sia ancora poco diffusa. Non si era mai tenuto prima d’ora un corso di artigianato artistico e restauro, almeno nel contesto provinciale e grazie a questo stage gli allievi, oltre a maturare ulteriore esperienza, hanno sviluppato un alto senso critico”. L’attività della Merico è figlia di una dura e assidua gavetta: “A partire dal 1982 ho frequentato la bottega del maestro leccese Antonio Malecore, ultimo erede storico della tradizione salentina e figlio d’arte. Ho imparato questa arte semplicemente osservano Malecore all’opera, senza alcuna didattica. Da lui, ho assimilato la tecnica, l’ho fatta mia e messa poi in atto su delle mie proprie produzioni”.
Emanuela ha partecipato a numerose mostre internazionali ricevendo altissimi elogi e frequentato corsi di restauro a Firenze che le hanno fatto valere l’accreditamento, ma nonostante il suo esempio l’artigianato artistico di cartapesta e il suo restauro è ancora un’arte poco conosciuta nel Salento. “Per diffondere questa attività è importante il contatto diretto con chi è del mestiere, proprio come il corso che ho tenuto, ma serve anche l’intervento delle istituzioni per dare rilievo ad una professione non ancora riconosciuta a livello nazionale”.
Alessandro Chizzini