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“Minimo vitale impignorabile”: il Tribunale blocca Equitalia

Protagonista della vicenda un pensionato leccese che vive con una pensione mensile di 578,66 euro che si era visto pignorare il libretto postaleĀ 

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Assurda e incredibile la vicenda che ha visto protagonisti una famiglia salentina residente in Friuli e un Ā pensionato leccese. La prima si ĆØ ritrovata pignorata illegittimamente una parte dello stipendio percepito dal padre di famiglia e ad agire ĆØ stato il Tribunale di Pordenone, che ha inflitto una condanna ad Equitalia. In una situazione simile si ĆØ ritrovato un pensionato originario di Lecce, nei confronti del quale la societĆ  italiana delle riscossioni, dopo aver avviato un atto di pignoramento del suo libretto postale, ha visto lo stesso sospeso ad opera del Tribunale di Lecce in attesa della dichiarazione di Poste Italiane.Ā 

Lā€™intenzione dellā€™agente riscossore era quella di sequestrare un importo pari ad oltre 143mila euro su una pensione di 578,66 euro al mese. Lā€™accusa rivolta ad Equitalia ĆØ stata innanzitutto quella di voler privare un anziano, il quale vive da solo e paga un affitto, della sua unica fonte di mantenimento necessaria a far fronte alle esigenze quotidiane. A parlare in difesa del cittadino leccese ĆØ stato lā€™avvocato Stefano Gallotta (segretario di Codici Lecce, associazione per la tutela dei consumatori) il quale ha ricordato che ā€œnegare a un pensionato ogni mezzo di sostentamento per soddisfare le proprie esigenze di vita primarie non ĆØ soltanto disumano, ma anche contrario alla recente riforma del d.l. 83/2015, e, ancor prima, al dettato costituzionale e alla Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea (Trattato di Lisbona), che garantisce il diritto all’assistenza sociale per assicurare un’esistenza dignitosa a chi non disponga di risorse sufficientiā€.Ā 

CiĆ² significherebbe che lā€™errore non risiede solamente nel fatto di aver poca (se non nulla) pietĆ  nei confronti di un cittadino che vive in condizioni giĆ  di per sĆ© precarie; ma lā€™iniziativa, ritenuta illegittima e infondata, non rispetterebbe la norma per violazione del ā€œminimo vitale impignorabileā€ (che prevede il pignoramento sulla pensione di un quinto di ciĆ² che rimane della stessa dopo aver sottratto una somma pari all’assegno sociale aumentato della metĆ ). Per il pensionato leccese la somma da pignorare corrisponderebbe a 672,78 Euro. Pertanto ad oggi la pensione di vecchiaia di 578,66 euro percepita dallā€™anziano risulta assolutamente impignorabile.Ā