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La politica vien litigando

Nuovi assetti regolano la politica tricasina: da Sinistra e Libertà al Pd, in cui sono ora confluiti esponenti del movimento del Pes, dall’Udc all’imminente rimpasto di Giunta

 

Periodo che vai, equilibri che trovi. E a Tricase, ora, i nuovi inattesi assetti richiedono di tirare le fila del discorso politico. Ingarbugliato come non mai. A cominciare dalla novità di qualche giorno fa, quando Pasquale Santoro, candidato con discreto successo alle scorse provinciali con Sinistra e Libertà, ha ufficializzato l’uscita dal partito, “che -spiega- resta l’orientamento politico a me più vicino, ma, allo stato attuale delle cose, non è adeguato alla mia identità di libero cittadino, randagio, senza guinzagli colorati politicamente”. In cambio, Santoro ha fondato il movimento civico Gente Comune, richiamando all’impegno soprattutto i giovani.
Percorso inverso, invece, per il Pes (Politica Etica e Sviluppo), da quando i due consiglieri di minoranza eletti con questo movimento, Alfredo De Giuseppe e Gianluigi Forte, hanno preso la tessera del Pd e con loro circa la metà degli iscritti al sodalizio. “Ma il Pes rimane in vita come entità associativa e tavolo di discussione -precisa De Giuseppe-. Per adesso anche i due gruppi consiliari rimangono distinti e se la differenziazione ha un senso la rimarcheremo”. Non solo il congresso di settembre, ma pure questa scossa avrà contribuito a riaccendere gli animi dei democratici, tanto che gli iscritti al partito, quest’anno, sono duecentosettanta e “oltre al Pes sono ritornati molti esponenti dell’ex area Letta e di Sinistra e Libertà”- rimarca Cosimo Musio, segretario cittadino del Pd, che continua: “È la prima volta che si costruisce a Tricase un’alleanza nel Centrosinistra non a ridosso di una campagna elettorale, bensì in una fase progettuale”.
Certo, i livori delle elezioni amministrative dello scorso anno sono ormai un lontano ricordo, con De Giuseppe che punzecchiava non poco la passata amministrazione Coppola, ben sostenuta da gran parte del Pd. Ora si intraprendono le azioni comuni, firmando assieme un manifesto che tira i capelli al sindaco Musarò e gli chiede di fare chiarezza sul rimpasto di giunta. La posizione più delicata, a tal proposito, rimane quella del vicesindaco Claudio Pispero, senza sostegno politico dopo aver abbandonato il partito con cui era stato eletto, l’Udc, per passare nelle fila del Pdl. Pispero, rammaricato, è lapidario nell’affermare di “rimettersi alla volontà del sindaco, certo che qualsiasi decisione sarà presa con cognizione di causa e non per favorire o meno qualcuno. Penso di aver lavorato bene- continua il vicesindaco- e sono con la coscienza a posto. Se il rimpasto ci sarà non sarà per questo”.
Eppure, il sindaco Antonio Musarò non teme smentita: “Le motivazioni del rimpasto sono di tipo amministrativo, non politico. I tempi per le scelte sono ristretti, ma bisogna stare attenti, perché si può cambiare una volta, ma non la seconda. Abbiamo problemi con alcuni assessori, che vanno cambiati. Dovevano fare di più e dire di essere soddisfatti è dire molto. Sono due o tre i settori chiave su cui intervenire”. Sì, ma quali? Su questo il sindaco non ha voluto dare risposta.

 

Tiziana Colluto