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Voto e astensione

di Stefano Manca

Tra poco meno di tre settimane ventinove comuni salentini saranno chiamati al voto per eleggere il sindaco della propria città e il relativo consiglio comunale. Non va dimenticato però che l’8 e il 9 giugno si vota anche per le europee. Gli italiani andranno alle urne per eleggere 76 nuovi membri del Parlamento europeo, cioè l’assemblea legislativa dell’Ue eletta direttamente, che resteranno in carica per i prossimi cinque anni. Non si tratta di un voto “secondario” o meno importante rispetto a quello, sentitissimo, delle elezioni comunali. I parlamentari modificano e approvano la legislazione dell’Ue congiuntamente al Consiglio dell’Unione europea, compreso il bilancio pluriennale e annuale. Eppure c’è un grosso rischio astensione anche a questa tornata. I recenti scandali pugliesi e liguri, al di là delle matrici politiche e dei risvolti giudiziari che emergeranno, contribuiranno moltissimo a tenere alte le percentuali di coloro che non andranno a votare. Non importa che in qualche caso si tratta di episodi accaduti a migliaia di chilometri dalla Puglia e dal Salento. Il politico, nei casi di corruzione, tangenti, ecc. (al momento, è bene dirlo, episodi ancora da provare in tribunale), è osservato speciale dal cittadino senza distinzioni geografiche. Uno scandalo al nord dunque può causare astensionismo al sud, e viceversa? Sì. Il livello di partecipazione è costantemente in calo da anni. Svariate le cause, alcune delle quali come detto legate al disinteresse dei cittadini e alla sfiducia nelle istituzioni. Le forze politiche su questo punto dovrebbero aprire una riflessione e recuperare il rapporto con gli elettori.

(da Belpaese del 18 maggio 2024)

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