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Vittime dell’Eternit, i familiari vogliono giustizia

A Corsano si è svolta un’assemblea per valutare le prossime strategie in vista della seconda fase del processo di Torino contro il colosso svizzero 
 
Sala gremita all’auditorium comunale “L’Orologio” di Corsano per l’assemblea organizzata dalla neo-costituita Associazione “Emigranti esposti e familiari salentini vittime amianto Svizzera” guidata da Christian Marini. Sabato scorso si è tornato a parlare di un processo che ha fatto e farà discutere: quello contro l’Eternit e i suoi responsabili. All’assemblea erano presenti il consigliere provinciale Biagio Ciardo; il sindaco di Salve Vincenzo Passaseo per l’Unione dei Comuni “Terra di Leuca”, il vice sindaco di Corsano Biagio Palumbo; il direttore provinciale patronato INCA (Istituto Nazionale Confederale di Assistenza) Gioacchino Marsano, il vice presidente dell’associazione Familiari vittime amianto Bari, Lillo Mendola, il coordinatore vertenza amianto di Casale Monferrato, Bruno Pesce, e il presidente dell’associazione “Emigranti nel mondo” di Corsano Biagio Mastria. 
Lo scopo dell’assemblea è stato coinvolgere il più alto numero di ex lavoratori dell’azienda Eternit, prima di decidere se costituirsi parte civile o meno: su quasi 800 inviti a ex lavoratori, ci sono 200 iscritti di cui -segnale  significativo- una cinquantina erano presenti durante la serata di sabato. Quest’ultimo dato indica che bisogna ancora divulgare per essere forza d’urto sul fronte legale. Dalle istituzioni presenti è arrivata massima collaborazione; da parte sua, il direttore provinciale INCA ha confermato la disponibilità a mettere a disposizione gratuitamente i propri legali. 
L’intervento più atteso è stato quello del coordinatore vertenza amianto di Casale Monferrato, che ha portato un vento di speranza tra gli sfiduciati: se nella seconda fase del processo la condanna non sarà di omicidio colposo ma, come più ovvio, di omicidio con dolo e aggravante,  gli anni della prescrizione passeranno da 10 a 30, con il risultato che anche i familiari di alcune vittime decedute anni fa, entreranno a far parte del processo. Il prossimo step entrerà nel merito operativo della causa con un  convegno a cui parteciperanno epidemiologi e avvocati: ciò è però subordinato alla seconda fase processuale a cui la procura di Torino sta già lavorando.
 
M. Maddalena Bitonti