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Una sfida a suon di vincotto

Il 21 gennaio gli studenti di sei istituti alberghieri della provincia si contenderanno il primo premio di “Vincotto & lode”, concorso di cucina creativa dedicato alla specialità salentina

 

Cosa succede quando un antico prodotto della tradizione pugliese incontra i giovani e talentuosi studenti degli istituti alberghieri del territorio? La risposta è “Vincotto & lode”, un nome che ammicca a una delle grandi eccellenze culinarie salentine. Si tratta del primo concorso provinciale di cucina creativa per studenti: il 21 gennaio, infatti, presso l’Istituto Alberghiero “A. Moro” di Santa Cesarea,  i ragazzi delle IV e V classi dell’IPSSEOA di Otranto, dell’IISS “F. Bottazzi” di Ugento, dell’IISS “N. Moccia” di Nardò, dell’IISS “Presta-Columella” di Lecce e dell’IPSEO “A. Moro” di Santa Cesarea, si sfideranno a colpi di prelibatezze, tutte rigorosamente dedicate al vincotto, prodotto tipico della tradizione culinaria pugliese in generale, e più in particolare di quella salentina. 

Il vincotto, ossia il mosto cotto di uva, la farà da padrone e a giudicare le abilità degli aspiranti cuochi sarà una giuria di chef professionisti, esperti e giornalisti. Patron del concorso, l’occhio esperto del produttore salentino di vincotto, Antonio Venneri. Il tutto in collaborazione con le aziende del circuito “Più Gusto”. La comunicazione dell’evento è gestita dagli studenti dell’Istituto “Galieli-Costa” di Lecce, che hanno prodotto una campagna pubblicitaria con il concept “N2Y4”, ovvero “Never too Young for” (“Mai troppo giovani per…” la cucina creativa, in questo caso).

Il concorso, ovviamente, non vuole essere semplicemente un punto d’arrivo, ma si propone, anzi, di essere un punto di partenza per una maggiore valorizzazione delle risorse del territorio e soprattutto si vuole inserire questa consapevolezza in una dimensione operativa e occupazionale per i più giovani. Non solo un’occasione per provarsi sul campo, dunque, ma piuttosto un modo per creare una connessione reale tra scuola, media e lavoro, avvicinando i futuri chef ai grandi valori della tradizione e della qualità, ma anche -e nondimeno- dell’innovazione e della sperimentazione.

 

Federica Miggiano