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Una comunità  montana a livello del mare

Rinasce la Comunità Montana della Murgia Tarantina. Ne sentivamo il bisogno! Dopo mesi e mesi di discussioni, dibattiti, proposte e quant’altro sulla diminuzione dei costi della politica, sulla riorganizzazione delle stesse Province al fine di limitare spese e sprechi, la Corte Costituzionale ha ristabilito il diritto di esistere per questa comunità montana composta da comuni la cui altitudine media è pari a 40 metri, ossia è poco al di sopra del livello del mare. Ancora una volta il “sistema” ha difeso se stesso.
Per chi non lo sapesse, le comunità montane sono enti pubblici, nati dall’associazione di paesi montani e pedemontani, aventi come fine principale la valorizzazione delle zone montuose. Questi enti hanno propri organi, rappresentanti politici, consigli, sono destinatari di fondi: rappresentano dunque un costo per i contribuenti. La loro esistenza è concepibile per quelle zone la cui morfologia montuosa implica un certo isolamento geografico. Niente a che vedere con la Murgia pugliese, quindi, ma a quanto pare  i politici tarantini non sono dello stesso avviso: per loro le “alte vette” su cui sorgono comuni come Palagiano, Mottola, Ginosa, Laterza, etc. giustificano l’esistenza di tale istituzione pubblica.
Mettendo da parte il sarcasmo, quel che emerge con evidenza è il perdurare, a tutti i livelli politico-amministrativi, di abusi e inefficienze. Non a caso l’assurdità della vicenda della Comunità Montana tarantina le ha concesso il non invidiabile onore di occupare la prima pagina del libro “La Casta” di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, una delle opere più interessanti e complete sui malcostumi e gli sprechi della nostra classe politica. Ciò che si deduce da questo episodio è la diffusione, soprattutto nel nostro meridione, di un’idea della politica come mezzo per l’arricchimento personale, per il rafforzamento delle alleanze locali, al di là di qualsiasi buonsenso. Clientelismo, corruzione e sprechi continuano a reggere il timone di una politica incapace di riformarsi. Ma forse non è corretto parlare di “incapacità”. Con molta probabilità ai nostri amministratori e rappresentanti politici non manca la capacità, bensì la volontà e l’interesse di cambiare. Del resto perché farlo? Una casta, per essere tale, deve proteggere se stessa e i propri privilegi da qualsiasi ipotesi di modifica e/o ridimensionamento.
È una costatazione amara, resa quanto mai veritiera ed attuale da episodi come quello della rinascita dell’inutile e superflua Comunità Montana della Murgia Tarantina.

 

Alessio Palumbo