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Un verdetto atomico

La città aspetta i risultati delle elezioni regionali e discute sulla possibile istallazione di una centrale nucleare 
 
I neretini attendono con ansia il verdetto del 28/29 marzo. Rispetto al resto del Salento, tuttavia, l’attesa non è legata esclusivamente ai risultati delle elezioni regionali, che pur hanno acceso un fitto dibattito dai toni aspri, ma soprattutto alla questione nucleare. Come accennato alcuni mesi fa dal ministro Scajola e dall’Amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti con molta probabilità dopo le elezioni regionali il governo renderà noti i siti dove saranno impiantate le centrali ed i centri di raccolta per le scorie. La data delle regionali non è per nulla casuale: un annuncio anticipato avrebbe di certo causato non poche difficoltà dal punto di vista elettorale all’attuale maggioranza di centrodestra. 
Sta di fatto che i giorni della verità si avvicinano e in città si sta diffondendo una certa fibrillazione. Nelle scorse settimane, il comizio di Nichi Vendola ed altri interventi di candidati non solo del centro-sinistra, riaprendo pubblicamente la questione nucleare, hanno acceso la miccia del dibattito che, tra accuse, smentite e no-comment imbarazzati, sembra acquistare giorno per giorno forza e consistenza. Gli scenari prevedibili sono due. Da un lato il Governo può escludere Nardò dalla lista dei siti nucleari. Ciò provocherebbe “soltanto” qualche imbarazzo a chi finora ha gridato al pericolo, prospettando come certa l’istallazione di un sito di stoccaggio per le scorie tra Nardò e Manduria. Dall’altro il Governo, nonostante la legge regionale, può tentare di includere la città salentina tra le collocazioni utili. Ciò causerebbe non pochi problemi: il sindaco e le forze della sinistra hanno promesso di difendere il territorio con tutti i mezzi possibili; viceversa nel centro destra si pone il dilemma tra le scelte di partito e la tutela del territorio. Non pochi sono i politici locali indecisi sulla posizione da prendere. 
Di fatto quindi Nardò, che finora è rimasta ai margini del dibattito politico provinciale, attende con ansia la fine di marzo: gran parte del suo prossimo futuro si deciderà in quei giorni. 
 
Alessio Palumbo