L’opera di Vincenzo Colavero sarà presentata a Maglie venerdì 4 luglio
Sarà presentato nella sala rossa della chiesa dei SS Medici, venerdì 4 luglio alle 19, il testo di Vincenzo Colavero “Il caprone e l’ariete. Storia, simboli e fede nel mosaico di Otranto” (edizioni Kurumuny). L’iniziativa è a cura della Fondazione intitolata a don Giuseppe Colavero di Anna e Tobia. Interverranno: il sindaco di Maglie Ernesto Toma; il presidente della Fondazione don Giuseppe Colavero, Alessandro Distante; il presidente della Società di Storia Patria per la Puglia sezione del basso Salento, Dario Vincenti; l’editore Giovanni Chiriatti. La presentazione dell’opera, nuovo testo che ridisegna l’interpretazione del mosaico di Otranto, è affidata a Roberto Muci, esperto in dialogo interreligioso.
Che cosa può dire il mosaico di Otranto agli uomini del terzo Millennio? C’è ancora qualcosa da aggiungere e da svelare su quei quadri calpestati da tanta gente per otto secoli e miracolosamente ancora parlanti? Sì, essi possono confermare il già detto ma aggiungere anche qualcosa di nuovo, se chi li fa parlare si immerge nel Medioevo, se fa rivivere quella storia illustrata attraverso la rilettura dell’Apocalisse, di Sant’Agostino, dei Bestiari medievali, se dà voce al vescovo Gionata che indica a Pantaleone la strada da percorrere.
È quello che ha fatto Vincenzo Colavero che, forte dei suoi studi storici, filosofici e teologici, ha riletto il mosaico della cattedrale aprendo nuovi scenari in quelle che sembravano interpretazioni accreditate e incontestabili. Avviene così che alberi, animali, personaggi del vissuto culturale e immaginario di una comunità del Medioevo latino cattolico dialogano con gli uomini di oggi attraverso un linguaggio simbolico che per essere colto ha bisogno di una base comune che non può prescindere dalla fede.
“Una tessera dopo l’altra, una accanto all’altra, si sceglie, si mette ordine – è il suggestivo interrogativo che si pone la professoressa Maria Rosaria De Lumé – facendo coincidere il pensiero con l’immagine: piano piano il caos prende forma e quello che era l’abbozzo, il guizzo di una intuizione, all’improvviso diventa forma e si rivela. Opera di pazienza estrema quella del mosaicista e di chi guida le sue mani. Sarà stato così anche per il mosaico pavimentale della cattedrale di Otranto?”.