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Un filo di speranza

Il ritardo nel completamento del filobus leccese ha attirato l’attenzione di “Striscia la Notizia” e della Guardia di Finanza e i mille giorni dal primo giro inaugurale hanno scatenato le opposizioni contro il sindaco Perrone

 

È alla fine è arrivata “Striscia la Notizia”. Il popolare tg satirico è piombato a Lecce per festeggiare la ricorrenza di una delle opere pubbliche più controverse degli ultimi anni, il filobus leccese. Mille i giorni trascorsi dal primo giro inaugurale, l’11 maggio del 2007. Il blitz di Fabio e Mingo ha avuto come scenario la sede della Sgm, il cui capitale sociale è per il 51% dal Comune di Lecce. All’interno sono stati ripresi i dodici bus, lasciati in un cortile retrostante in attesa di essere messi in funzione (se e quando il filobus partirà). 

Una vicenda che ha interessato non solo i telespettatori del telegiornale umoristico si Canale 5, ma anche la Guardia di finanza di Lecce che ha disposto una ispezione presso gli uffici comunali dell’Assessorato ai Trasporti e quelli della società Sgm per appurare se, nella gestione dell’opera pubblica, costata quasi 23 milioni di euro, vi siano stati sprechi o negligenze. Una situazione ovviamente colta al balzo dalle opposizioni di Palazzo Carafa. “È il sesto anno -ha affermato Antonio Rotundo– che i cittadini pagano attraverso le tasse le rate di un mutuo quindicinale, il rimborso dei quasi 9 milioni di euro di competenza della città di Lecce. Nel 2010 sono stati versati 829mila euro di cui 275mila solo di interessi. E secondo quanto dichiarato dal direttore di esercizio Pasquale Borelli, servono, per l’avviamento, altri 500mila euro mentre le spese di gestione ammontano a oltre 100mila euro al mese”. La proposta più coraggiosa è quella di Wojtek Pankiewicz, che invita il sindaco Paolo Perrone a smantellare “la lugubre foresta di pali neri e l’orribile ragnatela di fili. Sarebbe opportuno convocare un Consiglio comunale per verificare la possibilità giuridica e pratica di vendere i filobus, i pali e i fili a un’altra città o a un’altra nazione, acquistando col ricavato autobus elettrici a misura di Lecce”. 
Intanto sulla questione, interviene l’assessore al Traffico e Mobilità, Giuseppe Ripa: “La paternità della scelta del filobus appartiene alla passata amministrazione, che fece propria l’idea di dotare la città di un servizio di trasporto innovativo, funzionale e a basso impatto ambientale. Trattandosi di un’opera così importante e con un costo notevole, l’Amministrazione comunale non ha potuto far altro che continuare il percorso intrapreso”. I ritardi e gli impedimenti per il completamento dell’opera, ricorda Ripa, “sono da imputare a ritrovamenti archeologici, interferenze con altri lavori stradali ed imposizioni ministeriali che hanno fatto slittare la data ultima al 29 marzo 2009. Si tratta, in definitiva, di un ritardo reale inferiore ad un anno, su cui ha inevitabilmente influito anche la trattativa con la Regione Puglia per l’inserimento del progetto sul filobus nel Piano Triennale dei Servizi  approvato lo scorso dicembre. Ma, soprattutto, il progetto ha una carenza di fondo originaria per un’opera di queste dimensioni, cioè di come farla funzionare una volta realizzata”.