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Un cimitero in degrado, tra erbacce e fontane rotte

Duro affondo della consigliera Francesca Fersino: “L’Amministrazione intervenga in tempi brevi, oppure organizzeremo una mobilitazione”
 
“La civiltà di un popolo si intuisce dal decoro con il quale si conservano i sepolcri dei propri defunti”: inizia così la lettera con la quale la consigliera comunale di opposizione a Palazzo dei Domenicani Francesca Fersino bacchetta l’Amministrazione casaranese sullo stato di degrado in cui si trova il cimitero della città. In effetti le immagini che la stessa Fersino ha divulgato per denunciare la situazione sono chiare: i viali sono invasi dalle erbacce e alcune zone interessate dalle recenti dissepolture sono piene di materiale di risulta. “È addirittura impossibile -prosegue la Fersino- raggiungere alcune tombe per deporre un fiore e le fontanine sono rotte o non funzionanti per almeno il 50% degli impianti”. 
L’invito rivolto all’Amministrazione comunale è quindi quello di porre presto rimedio a tale disagio, ridando decoro e dignità ad un luogo frequentato ogni giorno dai cittadini che si recano al cimitero per pregare i propri defunti. “In caso contrario -avverte la Fersino- organizzeremo una giornata di presenza attiva per dimostrare che Casarano è civile e non dimentica i propri defunti”. Eppure sono passati solo tre anni da quando, nel maggio 2010, sul sito del Comune veniva pubblicato il bando per l’affidamento in project financing della concessione dei lavori di ampliamento, ristrutturazione e gestione del cimitero. Un bando completo in ogni suo aspetto, che prevedeva anche lavori di ristrutturazione della zona esistente e degli immobili e la gestione dei vari servizi cimiteriali. Adesso invece, tra erbacce e gimcane per raggiungere lapidi e cappelle, arriva la denuncia sullo stato di degrado del camposanto. “Cosa giustifica -chiede infine provocatoriamente la Fersino- la trascuratezza dell’Amministrazione nella manutenzione del cimitero di Casarano? Forse dipende dal fatto che quelli che vi riposano non votano più?”.
 
Stefano Manca