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Ultimo atto per il “Baxta Festival” con Aulularia

Martedì 6 settembre in località SS. Stefani a Vaste va in scena la celebre commedia di Plauto interpretata da Franco Oppini, Gegia ed Enzo Garinei per la regia di Maurizio Annesi
 
Con Aulularia una delle più conosciute e rappresentate commedie di Tito Maccio Plauto, termina martedì 6 settembre prossimo la prima edizione di “Baxta Festival”, rassegna di teatro antico che per due settimane ha fatto soprattutto di località SS. Stefani un teatro sotto le stelle per riflettere con i testi dei migliori autori del periodo classico ellenico.
Opere di qualità ed artisti di primo piano nel panorama nazionale hanno impreziosito la kermesse è organizzata dal Comune di Poggiardo con il contributo dell’Unione Europea e della Regione Puglia, e che il sindaco poggiardese Giuseppe Colafati non ha esitato a definire “una grande opportunità per lo sviluppo del territorio e per offrire ad ospiti e turisti il ricco patrimonio dei beni culturali di cui Poggiardo e Vaste oggi sono testimoni”.
Del resto come dargli torto se si considera la grande affluenza di pubblico per tutte le serate della kermesse e lo spessore dei testo proposti. Dall’Edipo Re del Balletto del Sud coreografato da Fredy Franzutti al Donne fra mito e Tragedia messo in scena da Rosaria Ricchiuto; dal Truculentus con una grande Eleonora Brigliadori ed un impeccabile Sebastiano Tringali all’omerica Iliade proposta da Massimo Wertmuller e da Anna Ferruzzo.
Il 6 settembre, si diceva, sul “Baxta Festival” calerà il sipario. E sarà una serata da non perdere con Franco Oppini, la salentina Gegia, Enzo Garinei, Carlo Ettorre, Manuele Pica, Adriana Turreo, Laura Mazzon, Maurizio Annesi e Ada Alberti, per la regia dello stesso Maurizio Annesi chiamati sul palco di località Santi Stefani di Vaste per l’Aulularia di Plauto (inizio spettacolo alle 21, ingresso 10 euro).
L’opera appartiene al periodo della maturità del commediografo latino e tra le commedie di Plauto e quella che maggiormente ha ispirato nei successivi secoli la drammaturgia internazionale sul tema dell’avarizia. Classica la trama intrecciata da Plauto nella sceneggiatura dell’opera. La storia ha per protagonista Euclione, povero vecchio che per un caso fortuito ritrova nel giardino della casa di famiglia una pentola piena di monete d’oro. L’inattesa ed improvvisa ricchezza non solo gli cambia la vita, ma anche i comportamenti e l’interagire con il resto della famiglia. Diventa, per questo, diffidente di tutti e di tutti non risparmiando dai sospetti perfino la fidata Uva, domestica ma soprattutto amante, considerata una dei possibili ladri che potrebbero entrare in possesso della pentola e del suo tesoro.
La messa in scena di Maurizio Annessi (realizzata con la collaborazione di Franco Oppini) punta l’obiettivo su uno dei dualismi-aspetti della vita, con vizi (tanti) e virtù (molte di meno) a fare da sfondo importante e presente per tutta la rappresentazione. C’è però un solco di ironia che alleggerisce il tema trattato, e che rende più immediato il messaggio di un’opera immortale che accende i riflettori sulle debolezze umane che quasi mai prendono in considerazione la circostanza che, presto o tardi, con la morte poco rimarrà dell’uomo e della sua materia.