Cerca

Tutta natura

La Puglia è purtroppo la quarta regione in Italia per quantità di prodotti chimici utilizzati nelle campagne. Ma è possibile fare a meno di fertilizzanti, pesticidi e fitofarmaci, ottenendo così prodotti qualitativamente migliori e tutelando la nostra salute? Sì, secondo gli addetti ai lavori. E l’agricoltura biologica potrebbe essere la regola, non l’eccezione 
 
Se la cultura di un popolo rappresenta l’insieme di risorse che lo stesso possiede e utilizza al fine garantirsi la migliore qualità della vita, verrebbe da chiedersi come mai si sia tanto diffusa, tra i nostri contadini, una cultura che privilegia un uso così massiccio di prodotti chimici nelle campagne. Soprattutto perché nel nostro Salento, una terra da sempre a vocazione agricola, prima dell’avvento della chimica i nostri nonni e bisnonni sapevano bene come coltivare orti e campagne, con pochi mezzi e con ottimi risultati. Soprattutto perché da parte dei consumatori è sempre più alta la domanda di prodotti naturali e genuini. E soprattutto perché, come sosteneva l’oncologo Giuseppe Serravezza presidente provinciale della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, nell’intervista pubblicata su Belpaese del 15 giugno scorso “esiste, ed è stato dimostrato scientificamente, il nesso di causa-effetto tra l’uso di pesticidi, fitofarmaci e concimi chimici e l’insorgenza di patologie tumorali”. 
Per questi motivi tre settimane fa è partita da Castiglione d’Otranto, frazione di Andrano, una petizione per la quale sono state raccolte finora circa 900 firme (tra cartacee e on line) e che sarà consegnata al Ministero dell’Agricoltura, alla Regione Puglia e alla Provincia di Lecce al fine di vietare l’utilizzo di fitofarmaci classificati come “tossici”, “molto tossici” e “nocivi” e ridurre l’uso di pesticidi catalogati come “irritanti” e “non classificati”, oltre che dei fertilizzanti sintetici. Contro i pesticidi hanno protestato pacificamente (e in maniera molto creativa) due settimane fa i volontari di Greenpeace a Lecce, scesi in campo in difesa delle api, il cui numero si sta riducendo progressivamente. 
Per questi motivi noi abbiamo cercato di capire se è possibile fare a meno della chimica, magari non completamente ma certamente senza volumi di impiego così elevati (155.555 quintali di prodotti chimici distribuiti nelle campagne pugliesi nel 2010, secondo i dati dell’Arpa). E lo abbiamo fatto parlando con un contadino e un agronomo, che ci hanno confermato come, se ci fosse la volontà da parte degli operatori e delle istituzioni, nel Salento l’agricoltura biologica sarebbe la regola, non l’eccezione. 
 
Andrea Colella