Paolo Perrone ha scritto al Ministero della Difesa perché la bonifica del poligono militare avvenga con la supervisione dell’Ufficio Ambiente. Intanto l’assessore Guido si è offerto di immergersi con i sub della Protezione Civile per documentare lo stato dei fondali
Due settimane fa ci siamo occupati nella nostra copertina dello stato di salute del poligono militare di Torre Veneri, in seguito della divulgazione della relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito nella quale si evinceva la necessità di ulteriori e più approfonditi interventi di bonifica dell’area. Infatti, se nella relazione si escludeva l’utilizzo di munizioni a base di uranio impoverito, materiale particolarmente pericoloso per la salute delle persone e per l’ambiente, non è esclusa la presenza di altri metalli pesanti che necessitano appunto di una bonifica profonda.
Grazie alle segnalazioni del comitato Lecce bene comune la Procura di Lecce ha aperto un fascicolo d’inchiesta per disastro ambientale a Torre Veneri e il passo successivo è stata la visita dei carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico presso il poligono e l’acquisizione dei registri di carico e scarico relativi agli interventi di pulizia post esercitazioni da parte dei militari. Nello stesso momento anche il Comune di Lecce ha aperto una linea di dialogo con i vertici dell’Esercito e la Scuola di Cavalleria di Lecce in particolare (che gestisce la struttura) e ha iniziato a richiedere le dovute informazioni in merito allo stato del poligono, per il quale si è incominciato a parlare di un traffico di metalli pesanti (recuperati nello specchio d’acqua di fronte al poligono stesso).
Il nodo della questione adesso sembra essersi spostato dalla terraferma al mare. In effetti, come hanno fatto notare i componenti di Lecce bene comune gli interventi di bonifica finora effettuati (ritenuti però insufficienti dalla Commissione parlamentare) hanno riguardato di fatto il terreno dove avvengono le esercitazioni delle truppe ma non l’area marina, il cui fondale è disseminato di proiettili e residui metallici di ogni genere. Ed è proprio sullo stato di salute dei fondali di Torre Veneri che tutti vorrebbero vederci più chiaro, soprattutto il sindaco di Lecce Paolo Perrone e l’assessore comunale con delega all’Ambiente Andrea Guido.
Infatti, in una richiesta ufficiale indirizzata al Ministero della Difesa, Perrone ha richiesto che i finanziamenti destinati alla bonifica dei poligoni militari (complessivamente 75 milioni di euro da dividere in tre anni) vengano gestiti dall’Amministrazione comunale in accordo con l’Esercito Italiano. In tal modo sarebbe l’Ufficio Ambiente a sovraintendere alla bonifica del poligono. Ma c’è di più: l’assessore Guido ha avanzato un’altra richiesta, che lo vede protagonista in prima persona: egli intende immergersi assieme ai sommozzatori della Protezione Civile per documentare lo stato dei fondali attraverso immagini fotografiche e video. Il materiale prodotto sarà poi reso pubblico nel corso del Consiglio comunale monotematico sul poligono di Torre Veneri in programma nel mese di marzo, al quale prenderà parte anche il generale di corpo d’armata Massimo De Maggio. L’operazione sarà possibile grazie ad una deroga, d’accordo con la Capitaneria di porto, della normativa che vieta la navigazione e la balneazione nello specchio d’acqua davanti al poligono “È importante che tutti abbiano chiara la situazione -ha sottolineato Guido-. Nessuno fino ad oggi può dire quale sia lo stato dei fondali dell’area del poligono. Il mio sopralluogo servirà a fugare ogni incertezza”.