L’idea del sindaco Risi ha suscitato molte reazioni. Mino Natalizio, ex assessore all’Ambiente: “Un’imposizione che rischia di essere un autogol”
Di certo e definitivo ancora nulla, ma l’idea del sindaco ha scatena già le prime, rumorose, reazioni. È in discussione all’interno della maggioranza di Palazzo Personé infatti la proposta di introdurre la tassa di soggiorno. Se l’idea dovesse concretizzarsi, i turisti che sceglieranno Nardò pagheranno un obolo che potrebbe arrivare fino a 5 euro al giorno.
Il balzello, introdotto nel 2011, permette alle città d’arte e turistiche di tassare i soggetti non residenti che alloggiano in strutture alberghiere ed extra-alberghiere. Ogni Comune delibera autonomamente l’ammontare del contributo. Per Mino Natalizio, ex assessore all’Ambiente e coordinatore della civica Noi per Nardò, si tratta di “una imposizione fiscale che, se mal gestita, potrebbe avere delle ripercussioni negative sullo sviluppo turistico nella nostra Città. Vi è il rischio -conclude Natalizio- di una ‘concorrenza territoriale’ con località a noi vicine (che già godono di una notorietà turistica maggiore rispetto alla nostra), che potrebbero decidere, a loro vantaggio, di non applicare la tassa”.
Perplessità anche dalla sezione neretina degli Avvocati dei Consumatori. In una nota la responsabile Moira Epifani dichiara: “Non è certo questa la strada giusta per rilanciare il turismo nella nostra città, anzi, la troviamo dannosa e nociva, per questo confidiamo in un sussulto di responsabilità, che porti ad un superamento di tale decisione. L’introduzione della tassa di soggiorno penalizzerà fortemente il settore turistico”. Risi e la sua maggioranza dovranno quindi trovare il modo per dare ossigeno alle esigue casse comunali senza però penalizzare il settore turistico locale.
Stefano Manca