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Stalking, l’altra faccia della violenza

Secondo la Questura di Lecce rispetto al 2014 sono aumentati gli arresti ma sono diminuite le denunce, segno di una persistente paura da parte delle vittime nel segnalare il persecutore  

 

Tante sono le notizie di femminicidi, di violenze sessuali, di percosse che scalfiscono, anzi annientano, gli animi delle donne. E poi c’è la violenza psicologica, più subdola e, se possibile, anche più malvagia. Quella che spesso riempie le cronache dei giornali attraverso lo stalking. Una persecuzione continua e ossessiva, spesso perché non si accetta la fine di una relazione, ad esempio.

In Italia, come a Lecce, dove il fenomeno è, purtroppo, in crescita, invece di limitarsi. 

Lo rivelano i dati diffusi dalla Questura di Lecce in concomitanza con il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Diversi gli apparati delle Forze dell’ordine, in questo caso la Polizia di Stato, ad essere coinvolti nelle operazioni di prevenzione e contrasto di queste forme di violenza: la Squadra Mobile, con una sezione dedicata proprio ai reati contro la persona, la Divisione Anticrimine guidata dalla Prima Dirigente Sandra Meo e delegata alla trattazione delle pratiche inerenti l’ammonimento, e l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico che gestisce il primo intervento sia nelle situazioni che richiedono l’invio di una volante, sia attraverso l’ufficio denunce, sono tutti direttamente coinvolti nel fenomeno ed in prima linea. 

I dati forniti, come gli uffici della Questura giustamente ci fanno notare, sono indicativi di un fenomeno che ancora oggi è difficile denunciare, se non dopo un percorso molto sofferto, dal momento che quasi sempre l’autore della violenza è il marito, il compagno o un ex che non si rassegna alla fine del rapporto. Nel 2014 le persone denunciate per stalking sono state 13 e quelle arrestate 2, mentre nel 2015 ci sono stati 3 denunciati e 5 arrestati; percentuale che cresce ulteriormente per i casi di violenza sessuale in cui ci sono stati 4 denunciati ed un arrestato nel 2014 e un denunciato e 8 arrestati nel 2015. Quindi più arresti in questo anno che sta per concludersi a fronte di una persistente difficoltà nel denunciare il molestatore, ma anche tanta prevenzione. 

Su questo fronte, gli strumenti legislativi recentemente affinati e  potenziati prevedono l’istituto dell’ammonimento e della misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona che viene minacciata e che subisce atti persecutori. In questo contesto, la Divisione Anticrimine diretta dalla dottoressa Meo ha proposto, di concerto con la Squadra Mobile, l’emissione di 10 ordinanze di divieto di avvicinamento alla persona offesa nel 2014 e 6 nel 2015. 

 

Alessio Quarta