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Spiaggia libera tutti

Dal governo la proposta di stabilire in 4 anni la durata massima della concessione agli stabilimenti balneari 
 
Non più un 90, né 20, ma solo 4. Si tratta del numero degli anni delle concessioni che il governo ha intenzione di fissare come tetto massimo nell’ambito della nuova spinta per le liberalizzazioni. Una indiscrezione che ha fatto andare su tutte le furie gli operatori balneari. Una questione delicata che potrebbe essere ammorbidita con il “modello 4+4”, come hanno già proposto da Rimini per ridurre il rischio di una ‘precarizzazione’ generalizzata del settore. Si tratterebbe di equiparare le concessioni da assegnare tramite bandi ai contratti privatistici del settore commerciale sulla base di un’impostazione ‘quattro anni più quattro anni’, ad esempio, con l’obiettivo di dare più garanzie agli investimenti degli operatori. 
Per Mauro Della Valle, vicepresidente di Assobalneari, in questo modo la durata della concessione diventa insufficiente perché 4 anni non permettono di fare impresa, senza la possibilità di investire in servizi di qualità. Positiva invece l’impressione del presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli: “L’opzione dei 4 anni è indispensabile poiché le spiagge e le coste devono essere liberate dal cemento. La durata delle concessioni a 15 anni, infatti, ha trasformato la maggior parte delle spiagge italiane in distese di cemento, con strutture invasive che impediscono la visibilità, l’accesso al mare e impediscono nei fatti lo sviluppo di un turismo di qualità sul quale il nostro Paese deve puntare. La durata di 4 anni è congrua e permette investimenti sostenibili sul piano ambientale”.