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Sos Santa Croce

Protestano turisti e residenti per il degrado in cui versa l’impalcatura esterna e la necessità di nuovi interventi di restauro 
 
Con cartina e fotocamera alla mano i turisti che affollano le stradine di Lecce non hanno potuto fare a meno di notare e immortalare, disgustati, il degrado della Basilica di Santa Croce, simbolo della città. Dai commenti dei turisti, i primi a segnalare la situazione, sottolineando come sia un peccato abbandonare un gioiello architettonico come la Basilica, si è passati alle proteste e alla rabbia degli abitanti. Il problema è l’impalcatura, creata per ristrutturare la cattedrale e proteggere la pietra è diventata invece il luogo ideale dove i piccioni risiedono deturpando il monumento. Non solo il cattivo odore è percepibile a distanza ma gli escrementi finiscono per rovinare la pietra e corrodere i basoli. Da Palazzo Carafa arrivano le rassicurazioni che la zona interessata sarà pulita al più presto ma anche l’ammissione che la responsabilità ricadrebbe su chi ha commissionato i lavori, quindi la Curia, e la ditta che li esegue. 
Ma le urgenze di Santa Croce non finiscono qui. Alla luce di nuove analisi è emersa l’urgenza di un vero e proprio intervento chirurgico teso ad asportare degli ancoraggi in ferro inseriti nell’ultimo restauro. si è potuto notare come queste barre in ferro inserite trent’anni fa stanno pian piano rovinando lo stato della pietra sino ad arrivare ad una situazione tragica. Gli ancoraggi metallici arrugginiti hanno provocato la fessurazione della pietra, che ora deve essere stabilizzata. La soluzione è rimuovere le barre e intervenire con delle sostanze che naturalmente possono aiutare la pietra a rigenerarsi. Ma il procedimento, seppur fattibile rischia di diventare lungo e i turisti avranno di che lamentarsi se ancora per anni continueranno a fotografare impalcature.
 
Oriana Rausa