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Emergenza stagionale

L’Amministrazione comunale di Nardò ha allestito in località Scianne un campo di accoglienza dove alloggiare i braccianti agricoli extracomunitari che attualmente stazionano in condizioni drammatiche presso l’ex falegnameria sulla via per Lecce. Ma il lavoro nei campi è partito oltre un mese fa e ad oggi Scianne ospita zero migranti. E domenica 21 luglio arriva in città il Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge 
 
Anche quest’anno Nardò è diventata mèta dei lavoratori stagionali africani impiegati nella raccolta delle angurie. Il sindaco Marcello Risi ha annunciato che i braccianti regolari saranno ospitati a Scianne, località tra Sant’Isidoro e Copertino: un’area attrezzata conterrà quattordici tende (ognuna atta ad ospitare cinque persone), dieci bagni chimici, tre docce, nove punti di approvvigionamento acqua, parcheggi e vigilanza. La somma spesa dal Comune per questi interventi è di 30mila euro complessivi. La partecipazione economica degli imprenditori agricoli è invece di 5mila euro. 
Ma Scianne dista sei chilometri da Copertino, nove chilometri dal centro abitato di Nardò e tre chilometri da Sant’Isidoro. “Decisamente troppi -raccontano alcuni volontari neretini- per chi non ha un mezzo per spostarsi ed ha bisogno di andare a comprare un panino o un pacco di sigarette. Per questo molti di loro si rifiutano di abbandonare un’ex falegnameria, seppur fatiscente”. In effetti la falegnameria dismessa in cui attualmente si trovano i lavoratori, sulla via per Lecce, dista un chilometro da Nardò e poche decine di metri da una stazione di servizio dove molti di loro si recano anche a chiedere di utilizzare l’energia elettrica per caricare il cellulare. 
In questo momento poi non si sa con precisione quanti sono con esattezza i migranti sparsi nella città ionica. Le forze dell’ordine e l’ispettorato del lavoro parlano di poco meno di duecento lavoratori regolari, alloggiati tra la falegnameria diroccata e i vari oliveti e casolari circostanti. A breve i braccianti verranno probabilmente trasferiti a Scianne e gli attuali “alloggi” sgomberati. 
Il Comitato per l’ordine e la sicurezza presieduto dal Prefetto di Lecce Giuliana Perrotta ha stabilito la necessità di monitorare le campagne neretine e contrastare il fenomeno del caporalato. E puntualmente il 16 e il 17 luglio scorsi i Carabinieri della Compagnia di Gallipoli, effettuando dei controlli tra Nardò e Copertino, hanno individuato tre braccianti in nero (tra questi un extracomunitario) e comminato sanzioni amministrative ai datori di lavoro. Domenica 21 luglio il Ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge sarà a Nardò anche per affrontare questi temi. 
Il paradosso però sembra chiaro: il Comune allestisce un’area privata destinandola all’accoglienza e paga un affitto ai proprietari dei terreni. Ma il lavoro nei campi è partito oltre un mese fa. E ad oggi Scianne ospita zero migranti. 
 
Ma a Palazzo Personè è scontro sulla questione migranti
 
Da settimane gli occhi della politica sono puntati sui campi assolati di Nardò. Il locale circolo Sel “Noveaprile” ha criticato duramente la scelta del Comune salentino di creare un campo di accoglienza a Scianne. Per il partito di Vendola l’Amministrazione comunale “ha preferito investire denaro pubblico, somme che peraltro dovrebbero essere totalmente a carico dei datori di lavoro, per allestire un ‘recinto’ distante diversi chilometri dai centri abitati, piuttosto che utilizzare immobili e terreni di proprietà comunale”. La presa di posizione di Sel non è passata inosservata, visto che a seguito di questo intervento il partito è entrato in aperto contrasto con il proprio assessore comunale Vincenzo Renna (quest’ultimo vicino invece alle posizioni del sindaco Marcello Risi). A Renna i tesserati di Sel hanno chiesto di rassegnare le dimissioni dal suo incarico in Giunta. 
Polemico sulla gestione della vicenda migranti anche il consigliere comunale Pippi Mellone. L’esponente della lista di destra “Andare Oltre” ha indicato la soluzione: “Noi torniamo a proporre, per l’ennesima volta -ha dichiarato Mellone- il modello dei baustelles svizzeri. Contributo pubblico pari a zero e spese di vitto e alloggio a carico degli imprenditori. In questo modo terremo lontani quei migranti che vengono sul nostro territorio con intenzioni differenti da quelle lavorative”. 
Nel frattempo alcuni braccianti raccontano di essere a Nardò da settimane, ma di non aver ancora svolto nemmeno una giornata di lavoro. In diverse occasioni infatti i lavoratori africani sarebbero stati sostituiti da quelli arabi. Quello della “guerra” tra diverse etnie e nazionalità nei campi di Nardò è un altro dei problemi da affrontare al più presto. A chiedere interventi risolutivi ci hanno provato anche i parlamentari Pd Teresa Bellanova e Salvatore Capone. Un mese fa in un’interrogazione al Ministro dell’Interno Alfano, gli esponenti del Pd hanno chiesto di “impedire con ogni mezzo che il territorio di Nardò possa divenire ancora una volta scenario di sfruttamento della manodopera immigrata o, peggio, di faide tra lavoratori immigrati esasperati dal disagio e dall’assoluta assenza di strutture idonee ad accoglierli”. 
Ma ancora una volta sembra di trovarsi di fronte a soluzioni temporanee e politiche improvvisate che portano ad uno stato di perenne emergenza. Quel che è certo, nel frattempo, è che la Masseria Boncuri, luogo simbolo della lotta dei migranti, neanche quest’anno riaprirà i battenti. 
 
Stefano Manca