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Solo 28 secondi per stendere l’avversario al tappeto

Giuseppe Loffredo ha vinto il match in pochi secondi alla “Festa della Ciociaria”, una riunione mista di pugilato organizzata dall’Asd Domenico Tiberia

 

Sono bastati 28 secondi al pugile salentino Giuseppe Loffredo (nella foto) per stendere al tappeto l’avversario Pasquale Parmigiano. È accaduto Ceccano (Frosinone), alla “Festa della Ciociaria”, una riunione mista di pugilato, intitolata a Giuseppe Liburdi ed organizzata dall’Asd Domenico Tiberia. Al termine della manifestazione sportiva laziale, che ha proposto il match tra professionisti per la  categoria supermedi 79 kg e per il salentino Loffredo, si trattava solamente del suo quinto match tra i professionisti.
“Come al solito non conoscevo nulla del mio avversario -spiega Loffredo, cresciuto nella Be Boxe di Copertino-. Insieme al mio tecnico Francesco Stifani abbiamo pensato solo a studiare una valida strategia la quale mi potesse permettere di sopperire alla quantità di centimetri che ci divideva. Così, alla prima ripresa, ho pensato di provare subito a bersagliare con una raffica di colpi precisi e rapidissimi il mio avversario: la reazione di Parmigiano, non ha nemmeno avuto modo di attuarsi, considerato che solamente dopo pochi secondi di attacco il napoletano si è ritrovato inginocchiato all’angolo del ring, per poi subire un’incredibile ko senza aver nemmeno concluso il primo round. Sono soddisfatto di questa prova ed ho avuto l’intuito di non provare a subire l‘iniziativa di Parmigiano, visto soprattutto l’altezza che il mio rivale poteva vantare, la quale poteva procurarmi non pochi problemi. Infine, ho avuto il piacere di aver archiviato il mio quinto match tra i professionisti con una prestazione alla Mike Tyson”.
Ed il tecnico Stifani gongola: “È stato un incontro tanto veloce quanto emozionante -commenta il responsabile tecnico della Be-boxe di Copertino-. Siamo tutti felici per aver dimostrato ancora una volta tutto il valore di quello che per me rappresenta (Giuseppe Loffredo nda) una vera e propria furia umana”.

 

Pasquale Marzotta