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Si torna a votare. Finalmente

Polemiche e veleni dopo l’apparentamento fra il centrodestra di Antonella Bruno e parte del centrosinistra che fa capo a Giancarlo De Pascalis. Ed il Pd “ufficiale” si schiera con Marcello Risi 
 
Si ritorna a votare. Finalmente, è il caso di dire, dopo una settimana carica di veleni, comunicati stampa, prese distanza, e chi più ne ha più ne metta. Il motivo del contendere è stata ovviamente la mossa definita “troppo a sorpresa” di Giancarlo De Pascalis (il candidato sindaco escluso dal voto di spareggio finale) che in vista del voto di ballottaggio in programma nelle prossime ore ha deciso di apparentarsi con la candidata del centrodestra Antonella Bruno e quindi contro Marcello Risi. Una decisione che ha scatenato la reazione violenta degli apparati regionali e provinciali del Partito Democratico (ovvero del partito che al primo turno aveva esplicitamente indirizzato su De Pascalis i voti dei suoi) e che ha aggiunto nuova carne sul fuoco nel romanzo in atto che vede protagonisti (da separati nella casa comune del centrosinistra) proprio gli schieramenti e le coalizioni che fanno capo a Risi e a De Pascalis. 
D’altronde non era facile attendersi qualcosa di diverso da un terremoto politico in seno al Pd, dopo l’inatteso apparentamento di domenica scorsa. E le reazioni più veementi sono arrivate naturalmente dal Partito democratico. Il primo atto sono state le dimissioni della segretaria cittadina Vanessa Giannuzzi. “La mia formazione ed il mio percorso politico sono stati segnati da impegno serio, scelte politiche e progetti coerenti, non certo da attaccamento alla poltrona – ha scritto Giannuzzi – Per questi motivi, visto il contesto, non voglio e non posso certamente ricoprire la carica di segretaria cittadina del Pd di Nardò, non ritenendo assolutamente coerente fare campagna elettorale andando a ruota di personaggi che sono accanto a Marcello Risi e che non segnano alcun cambiamento né discontinuità rispetto alla amministrazione Vaglio che ho contribuito a far cadere. Inoltre, le lotte interne al Pd, a tutti i livelli, non hanno permesso una candidatura “di Partito”, alimentando guerre personalistiche che non appartengono alla mia cultura politica e alla mia personalità”.
Dai vertici provinciali del partito non si è fatta attendere la replica del segretario Salvatore Capone che nel prendere atto della decisione della Giannuzzi, ha sottolineato che “quanto avvenuto a Nardò sarà oggetto di accurata valutazione nei giorni immediatamente successivi al ballottaggio, nel quale comunque il Pd sosterrà Risi, nonostante il mancato apparentamento ufficiale, nell’ottica di una ricomposizione del centrosinistra neretino”.
E sempre dalla parte di Risi “rema” l’area salentina del Pd che a livello regionale fa capo al sindaco di Bari, Michele Emiliano (e che a sua volta ha definito l’apparentamento De Pascalis-Bruno “un suicidio politico”).
E mentre il “grillino” Alfredo Ronzino conferma che nel turno di ballottaggio il Movimento 5 Stelle non sosterrà alcun candidato sindaco, così come affermato prima del voto del 15 e del 16 maggio, si registra anche la posizione dei Giovani Udc (che sostengono Risi) i quali in una nota auspicano che la collettività “prenda atto che la sete di potere che contraddistingue certi personaggi è stata ormai rivelata”. Il tutto mentre a livello nazionale (con tanto di velina Ansa) si parla di “caso Nardò” e di “laboratorio politico Nardò”. 
 
Daniele Greco