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Si infiamma la protesta dei lavoratori della SES

Cresce la tensione tra gli operai: la proprietà non mantiene le promesse e chiude al sindacato

 

Lavoratori e sindacato non se lo aspettavano. Proprio non avevano preventivato un dietrofront tanto clamoroso da parte della Grandi s.r.l., dopo i colloqui, le promesse, le aperture e le rassicurazioni nei confronti dei dipendenti minacciati di licenziamento. L’azienda ha deciso nuovamente di procedere con i tagli al personale, senza consultare le parti sociali, senza tenere fede agli impegni precedentemente presi di fronte alle autorità provinciali e cittadine. Le promesse di reintegro per 8 lavoratori e di apertura delle procedure di cassa integrazione per i restanti operai coinvolti nella vertenza, sono svanite nel giro di pochi giorni
Questa volta gli operai, però, non hanno accettato la decisione chinando il capo, ma si sono incatenati di fronte ai cancelli dell’azienda, dando prova tangibile e concreta della loro voglia di lottare per costringere la SES a mantenere i propri impegni. La speranza che corre tra i lavoratori è quella di riprendere la strada della trattativa e della concertazione, ridiscutendo le proposte di riassunzione o, perlomeno, concordando dei licenziamenti mitigati dai relativi ed indispensabili ammortizzatori sociali. Lo stesso sindacato, tuttavia, non nasconde le proprie perplessità e lo sconcerto nei riguardi di un comportamento mutevole ed intollerante nei confronti di qualsiasi mediazione con le parti sociali.
La Grandi s.r.l. motiva le sue scelte con il calo delle commesse, ma allora “come mai -affermano gli operai- la stessa Grandi s.r.l. rinnova, per altri 12 mesi, 7 contratti a tempo determinato? Come mai, noi stessi testimoni, i camion con i dipendenti escono per lavorare alle 5.30 del mattino e rientrano anche dopo le 18, costringendo i lavoratori, non solo ad orari che vanno ben oltre le otto ore previste da contratto (spesso non retribuiti in modo equo, o non retribuiti affatto), ma mettendo anche le condizioni di lavoro al limite della sicurezza personale dei lavoratori e pubblica?”. Interrogativi posti dal segretario provinciale della Fillea-Cgil, Alessio Colella, all’opinione pubblica, alle autorità e a tutte le parti interessate. Quesiti che, ad oggi, hanno ricevuto una sola vera risposta, quella di Sergio Goffredo, presidente della Confindustria di Lecce, secondo il quale il gruppo SES, nonostante la crisi che lo attanaglia, ha sempre “rispettato il Contratto collettivo nazionale e provinciale di categoria, corrispondendo regolarmente le retribuzioni spettanti alle scadenze prefissate e versando i relativi contributi agli enti previdenziali ed alla Cassa edile, nei termini di legge”.
Le parti sono dunque schierate e contrapposte. La proprietà non cede e gli operai non desistono dalla lotta. Portano avanti le loro ragioni con forza: c’è in ballo il lavoro, il futuro ed il destino delle loro famiglie. Le autorità hanno promesso nuovi tavoli per le trattative. Ancora una volta l’amministrazione comunale e la politica si sono dichiarati vicini a loro e ai loro cari. Tuttavia, il tempo delle parole sembra oramai essere terminato. L’azienda dovrà prendere una decisione e portarla avanti fino alla fine, senza inaspettati cambi di direzione e assumendosi tutte le responsabilità del caso, di fronte ai propri dipendenti ed alle parti sociali. 
 
 

Alessio Palumbo