Cerca

Sant’Isidoro, la marina “tradita”

Incuria, degrado e strutture fatiscenti: un gruppo di residenti denuncia lo stato di abbandono del tratto di costa che negli anni ‘60 ispirò Battisti e Mogol
 
La denuncia arriva da alcuni residenti che attraverso un puntuale e spietato reportage fotografico ci hanno segnalato lo stato in cui versa Sant’Isidoro. Ad oggi la marina neretina, un tratto di costa ionica tra Portoselvaggio e Porto Cesareo, è tutt’altro che pronta per affrontare l’estate. Le immagini parlano chiaro: erbacce che “abbelliscono” il lungomare sparse dappertutto; marciapiede semidistrutto; spazzatura disseminata nei terreni vicini al mare e alle strutture ricettive; segnaletica pericolante; giostre corrose dalla ruggine. Per non parlare dell’area che ospitava una fontana pubblica, ridotta ad un impresentabile ghetto. 
La mancata presenza delle istituzioni preposte, si sa, porta spesso ad approfittarne. L’inciviltà di qualcuno regna quindi impunita. “Alcuni commercianti ad esempio -denunciano i residenti- parcheggiano i propri furgoni nelle aiuole, devastando prati e marciapiede. La situazione è ormai invariata da anni. Conserviamo lettere raccomandate inviate ai vari amministratori che si sono succeduti. Al sindaco Vaglio, al Commissario prefettizio, fino ad arrivare all’attuale primo cittadino Marcello Risi”. Ma le missive sembra non siano servite a molto, come ci ricordano gli abitanti del posto: “Il risultato? Sempre lo stesso…”. 
In effetti storicamente la marina di Sant’Isidoro gode di attenzioni assai minori rispetto alle “sorelle maggiori” Santa Maria al Bagno e Santa Caterina, che quasi sempre ospitano anche la maggior parte degli eventi estivi. C’è intanto chi ha perso le speranze e propone di munirsi di decespugliatore e organizzare una pulizia “fai da te” di prati e aiuole pubbliche. “Non vorrete mica aspettare che intervenga l’Amministrazione, no?”, chiede qualcuno sarcasticamente su Facebook. La leggenda vuole che quello di Sant’Isidoro fu il mare che ispirò Battisti e Mogol per la creazione di uno dei loro pezzi più celebri, La canzone del sole. Il duo più famoso della musica leggera italiana pare infatti che in un’estate di fine anni ‘60 abbia soggiornato nella marina neretina, e proprio qui sia nato il brano delle “bionde trecce e gli occhi azzurri”. Forse nemmeno loro avrebbero immaginato che quel mare potesse provocare, alcuni decenni più tardi, denunce e polemiche da parte dei cittadini della marina ionica che provano a difenderlo e preservarlo.
 
Stefano Manca