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San Cataldo, una “casa di riposo” in degrado

Manifesti accusano l’Amministrazione comunale di scarso interesse nei riguardi del futuro della marina leccese. Intanto Diego Dantes denuncia l’incuria di marciapiedi e verde pubblico 

 

“San Cataldo succursale dei Marangi (casa di riposo)”. Questa frase provocatoria, stampata su alcuni manifesti apparsi nella marina leccese, oltre a far sorridere rivela una triste realtà. Sembra infatti che l’Amministrazione comunale abbia limitato l’attenzione verso questa località divenuta un’assoluta eccezione nel brulicante Salento. Oggettivamente molto diversa è la politica adottata, ad esempio, dal Comune di Melendugno per le proprie località balneari. 

Negli anni ’60 San Cataldo era una fiorente meta balneare, un luogo scelto dai leccesi per trascorrere le ferie lontani dall’afa, meta oltretutto amata proprio per la vicinanza con la città e per la vasta offerta ludica offerta non solo dai locali, ma anche dalle piazze affollate di gente e dal lungo mare che ha ospitato importanti eventi e manifestazioni. Sembrano tempi lontanissimi quelli in cui l’antica e demolita rotonda, al limite del lungo mare, fungeva da luogo di attrazione di famiglie e giovani, quei tempi dove ci si affollava nella piazza del Royal per ballare e cantare. 

Per San Cataldo sono previste solo superficiali azioni mirate al decoro e alla pulizia, ma se non fosse per qualche lido balneare non ci sarebbe nessuna offerta per i villeggianti, per cui nelle ore pomeridiane e serali si trasforma in una località “fantasma”. Se ne sono dette tante per rilanciare San Cataldo come la costruzione di un nuovo porto o l’edificazione di un residence di lusso. Lo stato dell’arte rivela l’assenza di un programma di eventi promossi, ad eccezione del “Festival del Sud Est Indipendente” dal 24 al 26 luglio, organizzato dalla cooperativa Coolclub. Non sono previste sagre, eventi musicali e culturali; la stessa festa del patrono, con la tradizionale processione in mare, non godrà di festeggiamenti. 

Un’altra emergenza messa in evidenza da Diego Dantes, ex esponente del Pd leccese oggi impegnato nel progetto “Possibile”, è il degrado generale come marciapiedi pericolosi, verde non curato, vecchie panchine dissestate che non solo costituiscono rischi per i villeggianti ma danneggiano anche le imprese locali. Lo stesso Dantes ha infatti immortalato tali criticità al fine di attivare gli amministratori, i quali sembrano decisamente poco sensibili alle sorti di San Cataldo. Dunque, a poco servirà lo sgomento di alcuni o l’humor di chi ha paragonato San Cataldo ad una casa di riposo se non vi saranno interventi mirati da parte di Palazzo Carafa.

 

Gian Piero Personè