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San Cataldo, niente più “Belvedere” sul lungomare

Il Comune di Lecce restituisce un nuovo look al territorio della marina grazie il progetto “Waterfront”, che ha portato all’abbattimento del ristorante ormai in degrado 
 
È quasi terminata la fase di riqualificazione del territorio di San Cataldo. L’ultimo episodio in ordine di tempo è stato l’abbattimento nei giorni scorsi dell’ormai malandato ristorante “Belvedere”. Il progetto “Waterfront” prevede infatti un processo di miglioramento di alcuni territori, tra cui il lungomare Vespucci. Il Comune ha dato dunque il via, finalmente, allo smantellamento dell’ultima struttura malmessa, il “Belvedere”. Incaricata di svolgere la demolizione una squadra della Lupiae Servizi, con la supervisione del Nucleo di vigilanza, composto dai geometri Pippo Scordo e Francesco De Salvatore, che nella mattina di mercoledì scorso ha acceso le ruspe demolendo l’intero edificio e provvedendo anche al trasporto e allo smaltimento dei materiali di risulta. 
Tutta l’operazione è costata alle casse di Palazzo Carafa 12mila euro, che verranno però addebitati al proprietario del ristorante il quale, dopo aver mancato l’impegno, assunto nel 2008, di demolire la struttura allo scadere dei quattro anni, ha ricevuto un ultimatum da parte del Comune, con un termine di quindici giorni per attivare il processo di demolizione. Trascorso questo periodo senza alcuna risposta, il Nucleo di vigilanza si è mosso per avviare l’intervento, insieme ad una pattuglia della Polizia di Stato e due operatori della Polizia Municipale che hanno vigilato sulla circolazione del traffico. L’area sul lungomare sarà poi sistemata con la creazione di parcheggi e marciapiedi. L’unico intoppo durante l’operazione è avvenuto a causa di un incendio a Torre Chianca che ha obbligato i Vigili urbani ad accorrere in quella zona e che ha costretto il Nucleo a provvedere alla temporanea mancanza. 
Nella lotta all’abusivismo edilizio una delle difficoltà maggiori che si incontrano è il ridotto numero delle componenti del Nucleo di vigilanza stesso, che qualche anno fa erano nove. Questa situazione, figlia anche della crisi economica, porta ad un inevitabile ritardo nelle operazioni ed il Nucleo, formato oggi da due sole unità, deve provvedere non solo alle attività di vigilanza e repressione ma anche a quelle burocratiche. Nonostante questo, però, non si arresta il progetto di restyling del territorio che interessa la Marina di San Cataldo. 
 
Valeria Piccinno