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Salento, partita vinta

A dispetto della crisi la nostra provincia continua ad attrarre turisti da ogni parte d’Italia e dall’estero. Merito sicuramente del mare cristallino, ma anche dell’accoglienza della nostra gente, del patrimonio storico-artistico e dell’offerta culturale e di intrattenimento. Ed oltre ad un turismo “mordi e fuggi”, sono sempre di più coloro che decidono di venire a vivere nel Salento

 

Mai come quest’anno i dati sul turismo (che saranno pubblicati a breve) daranno la misura della tenuta salentina alla crisi. Al solito, la geografia della soddisfazione è a macchia di leopardo, si passa da zone in cui gli operatori sono entusiasti ad aree dove la concorrenza è tanta e la stagione non ha dato i risultati sperati. In una terra dove il turismo rappresenta una voce importante ma dove ancora su alcuni aspetti si naviga a vista, luci e ombre della ricettività si inseguono e confondono.
Tuttavia, il Salento continua ad ammaliare: l’anno scorso 9,6% di presenze in più, rispetto al 2007 che pure aveva guadagnato il 12,7%. Tanto che alla vigilia della Notte della Taranta, lo scorso 20 agosto, il quotidiano “La Repubblica” dedicava al Salento il paginone sul turismo, una lunga inchiesta sul perché il nostro territorio resiste alla crisi economica che ha inesorabilmente colpito tutti i settori dell’economia non solo d’Italia. L’effetto Salento viene raccontato attraverso il racconto di un paio di turisti in attesa del concertone del 22 agosto scorso a Melpignano, ribattezzato dai quotidiani locali “la carica dei 100mila”, che come di consueto di riversano nella piazza dell’ex convento degli Agostiniani. Angelo e Antonia, arrivati con due amici da Milano su un furgone-camper parlano di un Salento dai tratti decisamente poetici: “Il Salento è libero. Se cerchi i posti giusti, puoi fare quello che vuoi. Non ci sono orari, trovi una pizza alle 10 del mattino o alle 2 della notte. Chiedi al contadino se puoi raccogliere qualche fico e lui ti consiglia la pianta più buona. E poi sei sempre in compagnia. L’altra notte, vicino a Otranto, abbiamo visto un fuoco in spiaggia. C’erano ragazze e ragazzi che cantavano e ballavano. Erano di Maglie: ci hanno accolti come se fossimo stati a scuola assieme”.
Accanto a questo senso di libertà, la “pizzica” e il suo inarrestabile ritmo di tamburelli resta, accanto alla cultura, al fascino dei luoghi ma anche ai prezzi bassi e al calore umano uno degli  ingredienti di un modello che tiene e che regala insieme alla festa una boccata d’ossigeno importante in termino di indotto all’intera provincia. Nell’intervista rilasciata a “La Repubblica”, il sindaco di Melpignano, Sergio Blasi, cita Quasimodo: chiamando la nostra “una terra spazzata dal sole e dalla solitudine”, raccontando l’orgoglio con cui la sua creazione, la Notte della Taranta, riesce ogni anno a mettere in gioco il proprio patrimonio del passato, fatto anche di povertà, nell’incontro con le altre terre. Un modello che Blasi assimila a quello della Grecìa Salentina, l’unione dei comuni ellenofoni che “invece di arroccarsi nelle differenze del proprio campanile hanno fatto della propria identità una forza che aggrega”.
Per questo, il volume degli arrivi ed il clima di festa che circonda il Salento di fine agosto sembrano rispondere anche alle polemiche Nord-Sud degli ultimi tempi. Nel loro racconto, i due giovani turisti, parlano di un’accoglienza decisamente piacevole ma anche di caffè pagati 65 centesimi. Un’altra faccia del turismo salentino che quest’anno ha registrato anche le disavventure di turisti meno fortunati che si sono visti consegnare conti salatissimi al termine di una cenetta a base di pesce. Il racconto de “La Repubblica”, tuttavia, parlava anche delle mille luci di Gallipoli. Se i prezzi nella città bella salgono, il suo fascino resta senza età, anche complice la forte presenza femminile (“ragazze in tubino nero, che sembrano tutte uguali, con quel filo di trucco leggero”, scrive il giornalista). Nello stesso reportage, Massimiliano Ostilio, consulente della Regione per il turismo, e Stefania Mandurino, commissario della Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Lecce, svelano il segreto “racchiuso dentro ai 98 comuni della provincia. Visto il successo di Melpignano, tutti gli altri si sono dati da fare e così chi viene in vacanza sulle coste dell’Adriatico e dello Jonio si sente lusingato da cento proposte. Un tempo pensavamo che il mare bello sarebbe bastato, poi abbiamo capito che avevamo altre bellezze troppo nascoste, e le abbiamo mostrate a tutti. I numeri dicono che la scelta è stata giusta: 8 milioni di turisti nel 2000, 13 milioni adesso. Dati a cui, naturalmente, bisogna aggiungere il turismo sommerso, quello fatto di case affittate in nero oppure dell’ospitalità di amici e parenti. Anche perché, forse occorre ricordarlo, ogni anno le vacanze di migliaia di emigranti di prima, seconda e terza generazione, coincidono con il ritorno nei paesi d’origine, dove il mare resta uno dei più belli d’Italia. Numeri che non possono non influire sull’economia complessiva, trasformando ancora le caratteristiche del turista medio che sceglie il Salento”.

 

Alessandra Lupo