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Rudiae, in arrivo 220mila euro per la “Pompei di Lecce”

Mrs denuncia il degrado in cui versa il sito archeologico, ma da Palazzo Carafa è giunto in questi giorni il via libera al progetto relativo al recupero dell’area
 
Il Parco archeologico di Rudiae a Lecce è una meraviglia dell’archeologia locale di grande interesse storico-culturale. Situato nella prima periferia della città, contiene reperti importanti di epoca romana ma spesso finisce nel dimenticatoio. Il Movimento Regione Salento in questi giorni ha lanciato l’allarme, denunciando la mancata fine dei lavori per lo sviluppo del sito archeologico: “Il progetto iniziale che avrebbe dovuto vedere ultimati i lavori il 19 dicembre scorso, è in alto mare -si legge in una nota del Mrs-. Siamo a cinque mesi di ritardo e chissà quanti anni ancora passeranno prima di veder risplendere in tutta la sua bellezza il sito”. 
Il Movimento chiama in causa sia l’Amministrazione comunale (“il vero paradosso è pensare che sarebbe bastato l’1% di quanto il Comune ha speso per il filobus, per restituire alla città chilometri di mura messapiche”) sia la Regione Puglia, rea di tagliare i fondi ai patrimoni del Salento che potrebbero far decollare il turismo archeologico e storico del territorio. Angela Barbanente, assessore regionale alla Qualità del territorio, ha tenuto a precisare che per il sito di Rudiae non è arrivato da parte del Comune o dalla Provincia di Lecce alcun progetto o proposta strutturale che richiedesse finanziamenti regionali. 
Intanto proprio dalla Giunta di Palazzo Carafa è giunto in questi giorni il via libera al progetto relativo al completamento dei lavori di scavo archeologico, valorizzazione e fruizione dell’anfiteatro di Rudiae per un importo complessivo di 220mila euro (di cui il 50% a carico dell’Amministrazione comunale) inserito nell’avviso 2013 della Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia relativo a “arte, attività e beni culturali”. Il progetto preliminare redatto dagli architetti Roberto Bozza ed Enrico Ampolo e dal coordinatore scientifico Francesco D’Andria, docente dell’Università del Salento prevede l’attività scavo all’interno del Paro archeologico e la predisposizione di innovativi strumenti di fruizione, tra cui la realizzazione di sistemi  di comunicazione con ricostruzioni virtuali dell’insediamento archeologico. 
 
Oriana Rausa