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Rotatorie a norma di legge, nonostante tutto

Nel Decreto ministeriale del 26 aprile 2006 sono indicate le caratteristiche che le intersezioni a rotatoria devono possedere. Tra queste l’illuminazione, che per i nostri rondò extraurbani è facoltativa 
 
La normativa di riferimento per gli enti pubblici in merito alla progettazione e alla realizzazione delle rotatorie è contenuta nel Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti datato 19 aprile 2006 dal titolo “Norme funzionali e geometriche per la costruzione delle intersezioni stradali”, a firma dell’allora ministro Lunardi. Sulla base di tali norme, si considerano tre tipologie fondamentali di rotatorie in base al diametro della circonferenza esterna (o limite della corona rotatoria): rotatorie convenzionali, con diametro esterno compreso tra 40 e 50 m; rotatorie compatte, con diametro esterno compreso tra 25 e 40 m; mini rotatorie, con diametro esterno compreso tra 14 e 25 m. Le dimensioni della corsia (detta “corona rotatoria”) che circonda l’isola centrale variano dunque in base al diametro di quest’ultima: si va dai 6 metri nel caso di rotatorie convenzionali ai 7/8 metri nel caso di mini rotatorie.
Un’intersezione stradale risolta a rotatoria va accompagnata lungo i rami di approccio da un’idonea segnaletica, se necessario anche integrativa rispetto a quella di preavviso, e da eventuali ulteriori strumenti di regolazione della velocità. All’interno del triangolo di visibilità non devono esistere ostacoli alla continua e diretta visione reciproca dei veicoli afferenti al punto di intersezione considerato (nello specifico si considerano ostacoli per la visibilità oggetti isolati aventi la massima dimensione planimetrica superiore a 0,8 metri). 
Ma il punto più interessante di questa normativa è rappresentato dal paragrafo 6 del suddetto Decreto, in cui si fa riferimento all’illuminazione delle rotatorie, la quale deve essere sempre prevista nei casi di intersezioni a livelli sfalsati. Per le intersezioni a raso (praticamente la totalità dei rondò presenti nel nostro territorio) l’illuminazione è obbligatoria solo nei casi in cui si accerti la ricorrenza di particolari condizioni ambientali locali, invalidanti ai fini della corretta percezione degli ostacoli, come la presenza di nebbia o foschia. L’accertamento deve essere compiuto anche assumendo informazioni presso le autorità locali, responsabili del territorio. 
Ecco dunque la nota dolente della normativa vigente: non essendo il nostro Salento una terra soggetta a nebbie costanti, l’illuminazione dei rondò extraurbani è dunque un optional, che si concretizza solo nel momento in cui i Comuni stabiliscono un accordo con l’Ufficio tecnico della Provincia di Lecce attraverso il quale, prima di procedere all’appalto dei lavori, gli stessi si impegnano a occuparsi degli impianti di illuminazione, facendosi carico della gestione e del pagamento dei relativi consumi energetici. Nei casi in cui questo non avviene, la rotatoria rimane al buio e l’unica possibilità in questi casi (ma anche questa dovrebbe essere una costante) è ricorrere ai cosiddetti “occhi di gatto”, corpi catarifrangenti che, opportunamente inchiodati nell’asfalto intorno al perimetro dell’isola divisionale (o spartitraffico di accesso alla rotatoria) e dell’isola centrale, consentono al conducente di percepire correttamente la configurazione degli elementi dell’intersezione, semplicemente riflettendo la luce dei fari stessi della vettura.