Cerca

Rimboccarsi le maniche!

Una parola d’ordine che ci ripetiamo come l’Ave Maria. Giorno dopo giorno. La bella faccia del Salento sostenuta da gambe forti, che conoscono la fatica del cammino. Eppure non basta. Non basta prendere la rincorsa quando il fiato è corto. Non basta la lungimiranza locale quando l’orizzonte è negato. Diciamocelo chiaramente. Quando una terra non ha gli stessi punti di partenza delle altre vuol dire che le è stata rubata la dignità. Si può continuare a dire che nel Salento si vive bene. Certo, questo risultato i politici fanno a gara per contenderselo, ma vallo a spiegare ai nostri giovani emigranti costretti solo a sognarlo, questo benessere. Vallo a spiegare ai cassaintegrati esasperati del Tac, da mesi senza salario.
Due classifiche, pure apparentemente contrastanti, fotografano la doppia faccia del Salento, in una terra in cui la qualità della vita sfiora livelli eccellenti, la libertà di iniziativa economica privata è quasi pari a zero. La crisi strutturale tarpa le ali al territorio, costringendolo ai suoi storici malanni. Sì, si può stare anche bene nel Salento, ma la verità, cruda, è che, come cantava qualcuno, “Qui si campa d’aria”.

 

Tiziana Colluto