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Quando i conti non tornano

14 milioni di euro: tanto ammonta, secondo l’assessore al Bilancio Silvano Macculi, il “buco” di bilancio della Provincia di Lecce. Sotto accusa l’ex amministrazione di centrosinistra, rea di aver lasciato l’Ente a corto di risorse. Il presidente della Giunta provinciale Antonio Gabellone ha dichiarato che “il futuro sarà molto difficile e pieno di sacrifici”. La replica di Giovanni Pellegrino: “Parlare di crack adesso è come abbaiare alla luna”

 

Secondo l’assessore al Bilancio della Provincia di Lecce, Silvano Macculi, quella di Palazzo dei Celestini è una situazione sull’orlo del baratro. All’appello mancherebbero infatti gli stessi fondi per pagare le utenze degli immobili di proprietà della Provincia, luce e telefono degli uffici, il riscaldamento negli edifici scolastici. E poi ci sono le auto, la Polizia provinciale e le società partecipate dell’ente, ma anche l’assistenza ad audio e video lesi garantita dalla Provincia e le stesse spese per il funzionamento degli organi provinciali (Presidenza, Giunta, Consiglio, Direzione Generale). “Tutto scoperto da giugno”, spiega Silvano Macculi che alcuni giorni fa ha riferito l’esito shoccante dell’esame sulle casse provinciali avviato insieme al presidente Antonio Gabellone subito dopo l’insediamento della nuova Giunta. “Con il presidente scrivemmo immediatamente una lettera ai dirigenti di tutti i settori -ha dichiarato Macculi- avente come oggetto la verifica finanziaria dell’ente. Chiedevamo in breve di sapere se e quanti erano gli eventuali debiti fuori bilancio già esistenti o di imminente formazione, se la copertura delle spese arrivasse o meno alla fine dell’anno ed infine se vi fossero ulteriori impegni non ancora presenti in bilancio, dovuti a protocolli d’intesa o altri atti. La risposta è arrivata qualche giorno fa, passando in Commissione bilancio dove abbiamo visionato i primi dati e poi, quelli dagli uffici finanziari che hanno incrociato le varie voci, sommando il tutto: si tratta di un buco di 14 milioni di euro”.
Macculi specifica: “Non parliamo del debito consolidato dell’Ente, che ammonta ad oltre 200 milioni di euro, ma dei fondi del bilancio 2009 che servono al funzionamento della macchina amministrativa e di tutte quelle attività che sono di competenza della Provincia. Fondi che di fatto non ci sono. Nelle casse provinciali, le risorse disponibili sono di appena un milione di euro. Per fronteggiare la situazione occorrerà quindi trattare con i creditori e ‘spalmare’ negli anni successivi. L’alternativa è dichiarare il dissesto”. Ora la Giunta dovrà quindi adottare un piano di rientro efficiente che certamente passerà per una serie di tagli. A forte rischio (non c’è nemmeno bisogno di dirlo) sono le numerose partecipate dell’ente, ma anche le fondazioni e tutti gli enti la cui gestione verrà ritenuta insostenibile.
A Palazzo dei Celestini si parla di razionalizzazione. Accorpare, insomma, enti e rispettivi Cda, tagliare ogni voce di spesa superflua, ma questo potrebbe anche non bastare. “Che la situazione fosse difficile lo avevamo intuito da tempo -continua Macculi- ma che il bilancio fosse in rosso lo abbiamo capito all’insediamento. A fine maggio infatti c’era stato l’utilizzo di ben 800mila euro dal fondo di riserva che ammonta a un milione di euro, una riserva che serve a coprire le eventuali emergenze fino alla fine dell’anno. Il ricorso al fondo era anche passato nell’ultima seduta di Consiglio del 29 maggio. In quell’occasione, dall’opposizione, bloccammo una delle variazioni di bilancio richieste. Si trattava di 100mila euro per un progetto sportivo destinato ai giovanissimi che pretendeva di attingere ai trasferimenti per il funzionamento dell’Ufficio scolastico regionale e dal fondo di riserva. Passarono invece una serie di piccoli contributi ad associazioni e quant’altro, che si decise di lasciar passare per una sorta di fair play in campagna elettorale. Naturalmente non si trattava di una sorpresa ma piuttosto della conferma di antichi timori. Già la volontà di mettere in vendita gli immobili che ospitano la Questura, l’Archivio di Stato, ma anche il convento dei Cassinesi, la Badessa, erano tutti segnali di una sofferenza economica. Indicatori che ci hanno poi mostrato quali fossero i veri problemi”.
A breve verrà indetta una conferenza stampa in cui saranno illustrate le misure che l’Ente intende adottare per uscire dai guai. Ma il presidente della Giunta provinciale Antonio Gabellone non ha nascosto che “il prossimo sarà un periodo molto difficile e pieno di sacrifici”. Per pagare le bollette bisognerà cercare di spostare una parte dei fondi destinati al 2010. L’alternativa sarebbe dichiarare il dissesto.

 

Alessandra Lupo