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Ricordando Li Ucci

A Cutrofiano sette giorni di eventi, dal 13 al 19 settembre, per celebrare lo storico gruppo musicale salentino custode degli stornelli 

 

C’è un periodo dell’anno in cui, dopo l’eco fragoroso della Notte della Taranta, ci si ritrova nuovamente a rendere omaggio a un pezzo di storia profondamente radicato nel cuore del Salento. Un ricordo che profuma di memoria antica e che porta il nome di Uccio Bandello, Uccio Aloisi e Narduccio Vergaro, i fondatori dello storico gruppo salentino de Li Ucci, che nel corso del tempo ha coinvolto anche Uccio Melissano, Uccio Casarano, Uccio Malerba, Pippi Luceri, Giovanni Avantaggiato, Pino Zimba e Ugo Gorgoni. A partire dal 2011, infatti, ogni anno “Li Ucci Festival” ricorda i tre cantori custodi e interpreti della tradizione popolare degli stornelli, dei canti d’amore e di lavoro spesso improvvisati al ritmo del tamburello, trasformando il loro paese d’origine, Cutrofiano, nel centro musicante del veleno d’amore del ragno. E sono anche qui centinaia gli artisti e i musicisti e migliaia gli appassionati provenienti da tutta Italia e dall’estero si danno qui appuntamento per una sette giorni di concerti, mostre, estemporanee di pittura, presentazioni di libri, bike tour, incontri per ricordare non solo i cantori dello storico gruppo salentino, ma anche un’intera generazione di cantori capaci di tramandare il nostro patrimonio popolare. 

Organizzata dall’Associazione Culturale Sud Ethnic con la direzione artistica e organizzativa di Antonio Melegari, la rassegna prenderà il via domenica 13 settembre a partire dalle ore 20 presso la Masseria L’Astore e, snodandosi attraverso un programma fitto di eventi (www.liuccifestival.it), si concluderà con il concerto-evento di sabato 19 in piazza Municipio. “L’obiettivo che fin dal primo anno ci siamo posti senza troppe aspettative e senza presunzioni -spiega Antonio Melegari- è stato quello di aprire una piccola finestra su di un mondo che rappresenta una parte importante della memoria della nostra piccola cittadina. E proprio per rispolverare quella memoria a chi l’aveva relegata in un angolo nascosto e per farla conoscere a chi, invece, ne ha sentito parlare nei racconti dei nonni, che ci siamo dati da fare, che abbiamo messo insieme le nostre idee, le nostre energie”.  

 

Claudia Mangione