“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si recupera”: è questo il motto di chi ha deciso, per professione, passione o necessità, di dare nuova vita a oggetti apparentemente inutili, solo perché non più utilizzati o non funzionanti. Realtà di successo come Cianfrusoteca, Ciclofficina e Ri-creando, nate grazie al progetto regionale “Principi Attivi”, dimostra come il Salento ha recepito bene -complice anche la crisi economica- questa nuova filosofia alternativa all’economia di mercato
Ci sono oggetti che sfiori con le dita per poter accarezzare ricordi persi nel tempo, altri che guardi appena di sfuggita, altri ancora che ritrovi nascosti chissà in quale angolo della stanza della memoria e poi un giorno finiscono in una grossa cesta delle cose da buttare o nel grande baule da chiudere in qualche polverosa soffitta di casa. Hanno vita breve gli oggetti, istantanee fugaci di un momento, di un’idea, di un desiderio che spesso ci impedisce di staccarcene in maniera definitiva. Cianfrusaglie molte volte inutili, che magari si sono rotte e quindi si trasformano in rifiuto.
Questo almeno è quello che accade nella normalità. Ma da qualche anno a questa parte la tendenza sta cambiando e non è una questione meramente di moda passeggera, si tratta di un progetto ad alto impatto ambientale, in senso positivo, di una via alternativa all’economia di mercato che prevede un continuo rimpiazzo, un valzer scatenato tra un negozio e l’altro. Stiamo parlando del riciclo e del riuso all’insegna del motto “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si aggiusta”. Un fenomeno partito dagli Stati Uniti con la Repair Association, una coalizione di più di tre milioni tra professionisti, hobbysti e consumatori che non hanno la benché minima idea di disfarsi delle proprie cose. Riparano telefoni, sistemano frigoriferi, rimettono in azione trattori e i loro sforzi congiunti hanno sia impedito che molti utensili di vario genere venissero gettati senza criterio nelle discariche, sia hanno costituito una sorta di rivoluzione nella microeconomia, cercando di mettere il bastone tra le ruote a tutte quelle multinazionali che inculcano la necessità della sostituzione del prodotto costi quel che costi.
Il concetto, da alcuni anni, sta prendendo piede anche in Italia, in particolar modo nel Salento. Sono tante le iniziative in tal senso nate con il bando regionale dei “Principi Attivi”, emblema di una rivoluzione culturale promossa da Guglielmo Minervini, scomparso nei giorni scorsi, culminate successivamente in veri e propri eventi dedicati all’arte del riciclo e del riuso. È accaduto per l’evento di arte urbana tenutosi recentemente a Lecce, in cui 52 artisti provenienti da tutta Italia si sono ritrovati per la terza biennale del Salento all’insegna proprio del riuso creativo. Panchine, cabine telefoniche, bidoni dell’immondizia, colorati e rigenerati in maniera fantasiosa sono tornati a brillare di nuova luce, investiti di un’altra utilità. Altrettanto è accaduto con il Mercatino ospitato nel mese di maggio scorso all’interno dei Teatini dove si potevano ammirare oggetti realizzati con vari scarti e tornati a nuova vita.
Alessio Quarta